Afghanistan: l'Italia assume la guida della zona di Kabul

Questa pagina è protetta
Da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

giovedì 6 dicembre 2007 Oggi si è svolto il passaggio di consegne tra il comandante uscente del Regional Command Capital (RC-C), il generale di brigata turco Kasim Erdem ed il nuovo comandante, generale di brigata Federico Bonato. Il Regional Command Capital copre l'area di Kabul nell'ambito della missione ISAF (International Security Assistance Force) a guida NATO in Afghanistan.

Il passaggio del comando avviene in una fase delicata della sicurezza nell'area della capitale afghana. Kabul infatti, prima considerata tra le aree più sicure del paese, è stata recentemente oggetto di numerosi attentati suicidi. L'ultimo proprio ieri, ha causato non meno di 12 morti tra truppe afghane e civili.

Il generale italiano

Il generale di brigata Federico Bonato, comandante della Brigata alpina Taurinense, ha già maturato esperienze multinazionali in Kosovo ed ha già comandato in Afghanistan il 3° reggimento alpini a Kabul tra settembre 2002 e gennaio 2003, sempre nell'ambito di ISAF.

Il generale, alla guida delle truppe della provincia di Kabul e della capitale, ricoprirà l'incarico per i prossimi otto mesi.

Il contingente a presidio di Kabul è dato da tre Battle Groups a livello di reggimento per un totale di quasi 3mila soldati, il grosso delle truppe è dato dall'Italia (con il 5° reggimento alpini), Francia e Turchia, con un Battle-Group ciascuno, ma nel totale si contano truppe provenienti da 16 differenti paesi.

La provincia di Kabul

Un settore a rischio

L'Afghanistan è tutt'ora un paese in guerra: le milizie talebane detengono il controllo del territorio in vaste aree del sud dell'Afghanistan, potendo contare anche sul Pakistan come base d'appoggio. Se in passato le aree dei combattimenti erano limitate al sud dell'Afghanistan (province di Helmand e Kandahar, in particolare), negli ultimi tempi si è registrata una infiltrazione di talebani, talvolta in fuga dalle offensive delle truppe occidentali, verso il nord-ovest (in particolare la provincia di Farah, nella regione ovest a comando italiano).

In tempi più recenti sono stati numerosi i casi di attentati dinamitardi, spesso suicidi, nel nord dell'Afghanistan, con particolare attenzione nei confronti della capitale Kabul, che ha visto episodi particolarmente cruenti negli ultimi giorni.

Gli ultimi attentati nella capitale sono numerosi e ravvicinati, prospettando una escalation nell'area.

La presenza italiana in Afghanistan

Il logo della missione ISAF

L'Italia è attualmente presente in Afghanistan in più zone con complessivamente circa 2.160 soldati, nell'ambito dell'operazione ISAF guidata dalla NATO[1].

Nell'area di Kabul (Regional Command Capital) sono attualmente schierati in prevalenza alpini del 5° reggimento Brigata Julia, nonché supporti, genio, carabinieri, trasmissioni, una task force NBC e 3 AB-212 dell'Aeronautica Militare. Con l'occasione dell'assunzione del comando per i prossimi otto mesi verranno integrati da ulteriori 250 alpini della Brigata Taurinense.

L'Italia è anche impegnata nella regione di Herat, dove ha in carico il Regional Command West (RC-W) (comandando un totale di 2.500 uomini, in prevalenza italiani, spagnoli e lituani) e del Provincial Reconstrution Team di Herat. In quell'area l'Italia schiera anche aerei da ricognizione RQ-1 Predator, elicotteri da combattimento A 129 Mangusta, blindati da combattimento VCC-80 Dardo e forze speciali.

L'Italia inoltre partecipa con 25 uomini dei Carabinieri e della Guardia di Finanza all'EUPOL Afghanistan (European Union Police Mission in Afghanistan) per l'addestramento delle forze di polizia e della polizia di frontiera afghane.

Infine l'Italia è Lead Nation nella riforma e ricostruzione del sistema giudiziario in Afghanistan, uno dei cinque pilastri della strategia di pacificazione dell'Afghanistan[2].

Proprio ieri il ministro degli esteri Massimo D'Alema ha affermato, in una intervista sul Mattino, che è necessario un cambio di strategia sull'Afghanistan, poiché c'è «un certo scollamento tra azione militare e azione politica», rilanciando l'ipotesi di una conferenza sull'Afghanistan.

Note

  1. Per maggiori informazioni sulla presenza italiana in Afghanistan consultare l'archivio zip disponibile sull'apposita sezione del sito della Difesa e tutte le pagine del sito riguardanti le operazioni in atto
  2. vedere in proposito Umberto Rossi, PSO in Afghanistan in Rivista Aeronautica n°1-2007

Fonti