Confermata in via definitiva la condanna a 4 anni di reclusione per Silvio Berlusconi

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giovedì 1 agosto 2013

Alle 19:40 odierne, la Corte suprema di cassazione ha confermato la condanna a 4 anni di reclusione all'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nell'ambito del processo sulla compravendita dei diritti televisivi Mediaset.

Dopo circa 7 ore di camera di consiglio, il fondatore di Mediaset è stato riconosciuto dalla Corte suprema colpevole di frode fiscale, per aver sottratto indebitamente all'erario italiano 7,3 milioni di euro negli anni 2002 e 2003. È stato invece accolto il ricorso dell'imputato per quanto riguarda i 5 anni d'interdizione dai pubblici uffici, pena accessoria sulla quale deciderà nuovamente la Corte d'appello.

Dei 4 anni di reclusione, 3 sono estinti per effetto dell'indulto del 2006 e l'unico anno rimanente sarà scontato ai domiciliari oppure in affidamento ai servizi sociali, per effetto della legge ex Cirielli del 2005.

L'inchiesta, nata nel giugno 2001 da un filone del processo All Iberian, il 22 aprile 2005 era sfociata nella richiesta di rinvio a giudizio di Berlusconi per falso in bilancio, frode fiscale e appropriazione indebita, dato che, secondo l'accusa, l'allora premier aveva accumulato 280 milioni di dollari in fondi neri detenuti in conti bancari esteri, sui quali non aveva pagato le tasse per oltre 21 milioni di euro e truffando gli altri azionisti di Mediaset, ai quali non vennero corrisposti gli utili dovuti. Infatti, sempre secondo i pubblici ministeri, fin dal 1995 era attiva una catena di società off-shore riconducibili a Berlusconi, che avevano acquistato dalle major USA i diritti di trasmissione televisiva per migliaia di film, per poi rivenderli a Mediaset a prezzo maggiorato, truffando così sia il fisco italiano che gli azionisti.

Durante l'iter giudiziario il falso in bilancio è stato depenalizzato nel 2005, mentre il reato di appropriazione indebita è caduto in prescrizione come il reato di frode fiscale fino al 2001, che riguarda oltre 14 milioni di euro, lasciando giudicabili solo gli ultimi due anni della frode.

Il 26 ottobre 2012 il Tribunale di Milano aveva condannato Berlusconi a 4 anni di reclusione, 5 anni d'interdizione dai pubblici uffici e 3 anni di interdizione dagli uffici direttivi delle imprese, specificando nella motivazione che «per la rilevante gravità della vicenda criminosa, caratterizzata dalla rilevantissima entità degli importi sottratti al fisco e dal perseguimento dei fini in modo pervicace per un periodo di 20 anni, a Berlusconi viene attribuita una naturale capacità a delinquere mostrata nella persecuzione del disegno criminoso. Nemmeno si può ignorare la produzione di un'immensa disponibilità economica all'estero ai danni dello Stato, che ha consentito la concorrenza sleale ai danni di altre società del settore.»

L'8 maggio 2013 era stata la volta della Corte d'appello di Milano che aveva confermato in pieno la condanna e oggi la Cassazione ha decretato definitivamente la pena, a meno di un anno dalla prescrizione totale dei reati commessi.

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