Consiglio Comunale di Vetralla 17 maggio 2005

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17 maggio 2005 Il 17 maggio 2005 si è tenuto il Consiglio Comunale di Vetralla. I consiglieri comunali iniziano a discutere il bilancio ma a causa della forte presenza di cittadini che attendono chiarimenti sulla questione cave/discariche, si rinvia l'approvazione del bilancio e si tratta l'argomento della cava in località Cinelli.

In un clima di partecipazione popolare (con applausi e commenti) si alternano gli interventi dei consiglieri comunali. Inizia Gidari (UDC), Assessore all'Ambiente, che riassume l'intera vicenda ed elenca le azioni intraprese dal Comune di Vetralla a seguito dell'accaduto. All'indomani della notizia il Comune di Vetralla si è costituito parte civile (in data 3 maggio 2005), ha richiesto all'ARSAL i parametri idrici, all'ARPA la verifica dell'impatto ambientale, alla società Pangea il controllo geologico. Va sottolineato che ad oggi non sono noti i risultati di tali verifiche.

Segue Walter Mancini (Rifondazione Comunista), che chiede, appoggiato anche dai DS, le dimissioni dell'Assessore all'Ambiente Gidari, a causa dei mancati controlli sul sito della Cava, malgrado le numerose segnalazioni dei cittadini che denunciavano il degrado ambientale nelle zone limitrofe la cava stessa. L'opposizione propone inoltre una seduta straordinaria del Consiglio Comunale nei luoghi della discarica e richiede il carotaggio su tutti i pozzi del Cinelli.

Tra gli interventi dei consiglieri comunali segnaliamo quello di Marconi (Forza Italia) che propone una commissione allargata all'opposizione e ai cittadini. Molto significativi sono stati gli interventi di Panarella in rappresentanza del comitato cittadino di Vetralla e di Corsari, portavoce dei Verdi per la Pace di Viterbo che denunciano e richiedono lo stato di calamita'.

Molti sono infatti i danni recati all'ambiente ( acque azzurre che rivelano la presenza di cromo, moria di rane e pesci, puzze nauseabonde) e all'economia locale (interi vigneti spostati in altre località, produzione dell'olio DOP minacciata, piccoli coltivatori costretti a rifornirsi d'acqua per innaffiare altrove).

A questo proposito si chiede di mettere a bilancio tutte le spese necessarie a fronteggiare lo stato di calamita' in cui versa il territorio.

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