Il Vaticano si oppone alla depenalizzazione dell'omosessualità. Ratzinger parla agli universitari di Parma

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lunedì 1 dicembre 2008

Palazzo di vetro dell'Onu

Monsignor Celestino Migliore, osservatore dello Stato del Vaticano all'Onu, ha dichiarato l'opposizione della Santa Sede al progetto di depenalizzazione universale dell'omosessualità che la Francia, a nome dell'Unione Europea, intende presentare all'Assemblea Generale.

Afferma il vescovo: «Il catechismo della Chiesa cattolica, dice, e non da oggi, che nei confronti delle persone omosessuali si deve evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione. Ma qui, la questione è un'altra. Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di paesi si chiede agli Stati e ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni. Per esempio, gli Stati che non riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come "matrimonio" verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni».

Lo Stato del Vaticano non è membro dell'Unione Europea ed è uno dei due stati del mondo che non ha aderito all'Onu.

Papa Benedetto XVI

Contemporaneamente a Roma Papa Benedetto XVI ha parlato per la prima volta da quando in carica con la delegazione di una singola università italiana: quella di Parma.

Ha detto il Papa agli oltre mille presenti: «L'università deve rimanere libera dai poteri economici e politici. La validità di una riforma universitaria non può che nascere dalla libertà di ricerca e di insegnamento, che vuole dire anche libertà dall'economia e dalla politica: libertà di insegnamento, libertà di ricerca, libertà nei confronti dei poteri».

Tra i riferimenti fatti dal vescovo di Roma alcuni analisti leggono anche un riferimento al ministro all'Istruzione Mariastella Gelmini: «Libertà dell'istituzione accademica nei confronti dei poteri economici e politici non significa isolamento dell'Università dalla società, né autoreferenzialità, né tanto meno perseguimento di interessi privati profittando di risorse pubbliche. Non è di certo questa la libertà cristiana. La vocazione dell'Università è la formazione scientifica e culturale delle persone per lo sviluppo dell'intera comunità sociale e civile».

Infine Benedetto XVI si è soffermato sull'uso della rete internet: «Attenzione a internet: isola i giovani. I giovani sono esposti ad un doppio rischio soprattutto per colpa dei computer: la perdita di concentrazione e di applicazione mentale sul piano personale, e l'isolamento in una realtà sempre più virtuale. A questa tendenza può porre rimedio l'Università che, per sua natura, vive del virtuoso equilibrio tra il momento individuale e quello comunitario».

Fonti[modifica]