Intervista a Marcus du Sautoy

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giovedì 4 ottobre 2007 Maglietta verde, pantaloni a tre quarti, forse vedendolo non si direbbe ma Marcus du Sautoy è professore di matematica all'Università di Oxford. Non è solo un ricercatore, ma anche un divulgatore: il suo libro L'enigma dei numeri primi ha avuto un grande successo. Il suo ultimo libro Il disordine perfetto ("Finding Moonshine"), pubblicato in Italia da Rizzoli, è stato presentato al Festivaletteratura di Mantova.

Alcuni giorni fa è stato a Levico Terme in Provincia di Trento per un convegno. Wikinews lo ha intervistato.

Marcus du Sautoy

Cosa farà qua a Levico? Parlerà?

In realtà sono un organizzatore. Volevano parlare così tante persone che abbiamo deciso di fare un passo indietro, quindi non parlerò qui. Ma ho molti studenti che parleranno di temi legati a quello che faccio. Il mio lavoro è guardare alla simmetria, qualcosa chiamato teoria dei gruppi, ma usando strumenti della teoria dei numeri, qualcosa chiamato funzione Zeta, che è stata introdotta da Riemann. Così uso questo strumento per cercare di capire per provare e capire, al posto dei numeri primi, che sono veramente difficile da comprendere, quale tipo di simmetria può esistere. È una delle cose principali su cui sto indagando. Questo convegno punta a trovare una strada di legare idee da aree diverse della matematica per aiutarci a capire i gruppi e la simmetria.

Come matematico non si è dedicato solo alla ricerca, ma anche alla divulgazione. Perché?

Credo che essere scienziato non è solo fare scoperte ma anche renderle note. Secondo me non si può veramente dire che una scoperta esiste fino a quando non è stata comunicata ad altre persone. Così, ad esempio in questa conferenza vogliamo comunicare tra pari, ma credo che ci si possa rivolgere a un pubblico molto più ampio. Ma c'è anche un'altra cosa, io sono diventato un matematico perché la generazione precedente alla mia ha fatto lo sforzo di interessare alla matematica il pubblico generale, e ho pensato che avrei voluto fare la stessa cosa quando sarei cresciuto, quindi la mia speranza è che la mia divulgazione incoraggi la prossima generazione di matematici ma anche che incoraggi i politici a riconoscere che la matematica è una parte importante della nostra società e ha bisogno di fondi.

Cosa ci può dire della sua esperienza alla radio e alla televisione?

Ho lavorato molto alla radio, esplorando le idee della matematica alla radio. Comunque le persone non riuscivano proprio a credere che si potesse fare della matematica alla televisione, cosa c'è da vedere? È stato un vero progresso per me riuscire a fare alcuni documentari sulla matematica. In particolare ho fatto un documentario sull'Enigma dei numeri primi, ed è stato fantastico! Era un programma di viaggio perché la matematica è qualcosa di davvero internazionale e così abbiamo viaggiato per il mondo: in India, in Germania, in Grecia. Al momento sto facendo una serie sulla storia della matematica per la BBC, quattro puntate di un'ora dall'Antica Babilonia fino ai giorni nostri. Così siamo stati in giro per il mondo: in Cina, di nuovo in India, Africa... Ho fatto anche un quiz(?) - è stato molto divertente – chiamato Mind Games. Credo che le persone amino fare puzzle(?). Ora è un programma televisivo di grande successo.

Come si spiega il successo del suo libro L'enigma dei numeri primi?

Beh, credo che le persone amino le storie, e ho cercato di scrivere quel libro come un'indagine su un omicidio. Credo davvero che risolvere un problema matematico sia un po' come scoprire chi è l'assassino. Ho tentato di tenere la linea narrativa molto forte in questo libro, così che le persone lo leggano come un romanzo, e in effetti molte persone hanno detto che lo hanno letto in quel modo. Alla fine in realtà non scopri chi è l'assassino, perché è un problema aperto. In un romanzo è importante una buona struttura narrativa, che era fornita dalla matematica, ma per me è importante far vivere quelli che hanno fatto la matematica. Anche se le persone non capiscono la matematica si di divertono comunque con le storie delle persone, i periodi di cui si parla e possono seguire il percorso della narrativa matematica anche se non comprendono i dettagli. Credo che sia per questo che ha avuto successo.

Cosa ci dice del suo ultimo libro Finding Moonshine?

È stato un progetto letterario più (difficile) per me, perché combina la storia della simmetria con la mia storia personale di quello che faccio come matematico. È diviso in dodici capitoli, che rappresentano ognuno un mese in un anno di lavoro come matematico. Ho provato a combinare quello che faccio – credo che per le persone sia un mistero cosa fa un matematico tutto il giorno – ho provato a dare alle persone accesso al mondo in cui vivo. Ma c'è anche la Storia, un po' come L'Enigma dei numeri primi ma guardando invece alla simmetria.

Cosa ne pensa del titolo italiano Il disordine perfetto?

Il mio editore ha scelto il titolo, che mi è piaciuto molto. In Inghilterra si chiama Finding Moonshine, una citazione da un'opera che amo, Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare, e c'è anche un'idea matematica, chiamata moonshine che è il climax del libro. Mi piace il titolo italiano perché esprime quella tensione che c'è in matematica fra l'apparente caos e disordine e la perfezione, perché tutto deve semplicemente essere così. Credo sia davvero un titolo che cattura la bellissima tensione che c'è in matematica tra una forte struttura con complessità.

Conosce Wikipedia? Cosa ne pensa?

La mia impressione è che la scienza in Wikipedia abbia uno standard incredibilmente alto. Credo che ci siano scienziati di diversi livelli – anziani e giovani – che usano del tempo per scrivere cose su Wikipedia. All'inizio c'erano molti dubbi su quanto potesse essere accurato qualcosa creato dal pubblico per il pubblico. Ma credo che sia nei fatti che la matematica e la scienza hanno uno standard incredibilmente alto. Credo sia uno strumento di grande valore perché le persone possano esplorare le idee matematiche. Quando ricevo domande da lettori (generali) su qualcosa di un po' più tecnico, ad esempio sui numeri primi, li indirizzo per altri dettagli o su Wikipedia o su un altro buon sito che ha ottimo materiale matematico, cioè Wolfram Creative Mathematica, è un'ottima risorsa enciclopedica per la matematica. È leggermente più tecnico di Wikipedia. Credo che insieme facciano un ottimo servizio.

Questa è la voce che la riguarda sulla Wikipedia in lingua inglese. Cosa ne pensa?

È molto interessante, ci sono piccoli simpatici dettagli – cose carine – che le persone hanno trovato, ad esempio la scuola che ho fatto, è fantastico. Sono andato alla State Comprehensive School chiamata Gillot (che nessuno probabilmente ha mai sentito). Dà qualche informazione in più alle persone su da dove vengo. Qualcuno ha inserito uno specifico articolo che ho scritto in una rivista americana. È abbastanza curioso che abbiano scelto proprio questo quando ne ho scritto centinaia di altri. Credo che Wikipedia possa (?), in un certo senso, perché alcune persone vedono un particolare aspetto invece di altri. Ma è tutto preciso. Ed è un'ottima cosa che ci siano molti collegamenti esterni: si ha la possibilità di approfondire.

Questo è l'articolo sul suo libro L'enigma dei numeri primi...

Anche questo è molto accurato. Si può vedere che c'è un'influenza americana perché hanno indicato il sottotitolo americano. In Inghilterra è intitolato The Music of the Primes: Why a Problem in Mathematics Matters e qui invece c'è Searching to Solve the Greatest Mystery in Mathematics.
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