Israele: raid aerei in risposta ai razzi. Hamas: la tregua per noi è finita

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giovedì 18 dicembre 2008

Striscia di Gaza

Sono finora cinque i razzi lanciati in giornata dalla Striscia di Gaza nel sud d'Israele.

Martedì erano invece stati 11, ieri 9, caduti nell'area di Sderot dove hanno colpito un campo di calcio accanto a una scuola e ferito tre persone. I lanci sono stati rivendicati separatamente sia dalla Jihad islamica, che dalle Brigate dei martiri di al-Aqsa (legate ad al-Fatah) che dai Comitati di resistenza popolare; Israele attribuisce il fatto ad Hamas.

In risposta l'aviazione israeliana ha compiuto due raid nella notte contro due fabbriche di armi della Jihad Islamica, una nel campo profughi di Jabaliya, a nord di Gaza, e l'altra a Khan Yunis, a sud. Si registra la morte di un palestinese di 40 anni, schiacciato dal crollo di una parte della sua abitazione.

In risposta alle affermazioni dei leader di Hamas di non rinnovare la tregua, Israele ha replicato: «Quando sei mesi fa accettammo la tregua, era chiaramente inteso che non ci sarebbe stato un termine finale. Per noi la data del 19 dicembre non riveste alcun significato. Se il cessate-il-fuoco proseguirà, Israele lo rispetterà. Se accadrà il contrario, allora reagiremo con gli appropriati mezzi militari».

Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha invece approvato oggi una bozza di risoluzione russa che chiede un maggior sforzo diplomatico a favore della pace tra Israele e Autorità nazionale palestinese.

Accolta con favore dall'Anp, dalla Striscia di Gaza è arrivata la dura replica di Hamas, che definisce la bozza «senza senso e non ha valore fino a quando non si mette in pratica la fine della costruzione degli insediamenti da parte di Israele in Cisgiordania e non si interrompe l'embargo a Gaza. Invece di appoggiare un processo di pace falso il Consiglio di sicurezza dovrebbe processare i criminali di guerra sionisti che hanno ucciso il nostro popolo».

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