L'Italia sbilanciata verso i pensionati

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martedì 16 dicembre 2014 Secondo un report dell'OCSE, l'Italia destina il 32% della spesa pubblica per le prestazioni pensionistiche.[1]

In seconda posizione la Grecia ed in terza il Portogallo.

Distanziate Germania e Francia con il 24% e il 25%.

L'importo della pensione media è di 1280 euro al mese, poco distante dalla media dei salari.

Inoltre "la ricchezza delle cosiddette famiglie longeve è cresciuta del 117 per cento negli ultimi 10 anni, ossia il doppio di quanto è avvenuto nelle famiglie “normali”".[2]

Il sistema pensionistico pubblico italiano riesce a garantire, rispetto agli altri paesi OCSE, un più elevato tasso di sostituzione[3] e ridurre la povertà relativa[4] nelle fasce di popolazione ultrasessantacinquenne al 10% rispetto alla media del 13% per la popolazione complessiva.

L'Italia inoltre dedica una minore spesa sociale per altre categorie legate alla politiche dell'abitazione sociale, asili nido, disoccupazione che sono direttamente[5] o indirettamente legate ad un tasso di povertà più elevato per le fasce di popolazione tra zero e 18 anni.[6]

La Germania, per avere una quota di spesa pensionistica pubblica sul PIL pari a quella dell'Italia dovrebbe aumentare l'importo delle pensioni del 33%.

Fonti[modifica]

Note[modifica]

  1. OECD, fonte cit., pag.52
  2. Tempi, fonte cit.
  3. Mercer, fonte cit., pag. 72 indicatore A2
  4. OECD, fonte cit., pag.58
  5. RGS, fonte cit., pag. 246
  6. Linkiesta, fonte cit., I sussidi di disoccupazione beneficiano i più "ricchi", mentre i giovani si impoveriscono e emigrano