La Russia taglia l'esportazione di gas verso l'Ucraina 2006

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1 gennaio 2006

Tagliato il gas russo per l'Ucraina. L'Europa in allarme

Questione del gas russo

La Russia ha bloccato l'esportazione di gas verso l'Ucraina e le conseguenze del gesto si fanno sentire sull'Europa occidentale, che riceve il gas russo attraverso i gasdotti che attraversano l'Ucraina.

La Gazprom accusa l'Ucraina di appropriarsi di parte del gas destinato ai paesi occidentali, mettendo a rischio le forniture. Dall'altra parte, la Naftogaz (operatore energetico ucraino) accusa il partner commerciale di non rispettare gli accordi, in quanto fa transitare il gas senza pagare l'utilizzo dei gasdotti presenti nel proprio territorio nazionale. La Naftogaz non lo ammette, ma è certo che si trattiene parte del gas diretto in Europa (circa il 15%), come pagamento dell'affitto dei gasdotti.

La contesa nasce dal prezzo che la Gazprom chiede all'Ucraina per il proprio gas naturale. Finora il prezzo è stato di 50 dollari per mille metri cubi. Da oggi viene richiesto un pagamento ai livelli di quello del mercato, 230 dollari per mille metri cubi.

Il contendere sta sulla definizione di prezzo di mercato, che, secondo Gazprom, è quello del mercato occidentale, mentre ai paesi dell'ex blocco sovietico, viene fornito a prezzi molto più bassi. Kiev afferma che il prezzo in Europa si basa sui costi e sui salari di quei paesi, in ugual misura si deve attuare un prezzo che tenga conto dei costi energetici in Ucraina e, ovviamente, dei salari medi erogati in Ucraina. L'Ucraina è disposta a pagare un prezzo massimo di 80 dollari, ben lontano dalla richiesta di Gazprom.

Il governo russo ha impegnato la Gazprom a fornire il gas per l'Ucraina nel primo trimestre al vecchio prezzo, per passare successivamente al prezzo di mercato, purché l'Ucraina accetti l'accordo. Visto la mancanza di chiarezza su quale debba essere il prezzo di mercato, il governo ucraino non ha accettato e la Gazprom ha chiuso i rubinetti.

Dalle 10 di oggi la Gazprom ha ridotto la pressione del gas immesso nelle condutture, all'incirca 120 milioni di metri cubi in meno, un quarto di quanto transita giornalmente. In serata si sono già registrati i primi cali in Europa: -15% in Polonia, -25% in Ungheria. Riduzioni anche in Germania e in Italia.

Si apre così un grosso contenzioso tra Russia e Ucraina, che rischia di coinvolgere gran parte dell'Europa. In Ucraina sono scattate misure d'emergenza per diminuire i rischi, come la diminuzione delle forniture ad alcune centrali elettriche.

Piano per l'emergenza energetica in Italia

Claudio Scajola commenta così la crisi Ucraina-Russia: «In Italia non ci sarà nessuna emergenza energetica dalla stretta russa nei confronti dell'Ucraina». Nonostante le parole del Ministro delle Attività produttive, il governo ha iniziato i primi passi che portano ad un piano d'emergenza, specialmente nell'eventualità che la crisi non si risolva in tempi brevi.

Scajola, insieme ai suo colleghi di Austria (Martin Bartenstein), Francia (Francois Loos) e Germania (Michael Glos), ha inviato una lettere che ricordi e faccia rispettare l'impegno preso da parte di Gazprom verso i paesi dell'Europa occidentale. L'emergenza gas, secondo Scajola, sarebbe già scattata il 12 dicembre, a causa del freddo che ha ridotto le scorte e di un guasto ad un terminal in Libia, che ha diminuito la fornitura di gas liquido verso l'Italia. Intanto il comitato di emergenza ha imposto alle imprese che commercializzano il gas di aumentare l'import per ripristinare le scorte.

Fonti