Prima giornata del Sinodo dei vescovi 2005

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3 ottobre 2005

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Il Sinodo sull'Eucarestia è partito con le indicazioni del relatore, il cardinale Angelo Scola.

I tre punti da affrontare sono stati chiaramente indicati: la riaffermazione della contrarietà all'intercomunione (celebrazioni in comune tra cattolici ed altre religioni cristiane) e al celibato dei religiosi, una particolare attenzione al problema dei divorziati risposati ed un ripensamento dello strumento dei tribunali per l'annullamento dei matrimoni.

Il cardinale ha formulato i tre problemi in latino, il cardinale relatore ha detto all'inizio del suo intervento: «La relazione l'ho scritta in italiano, ma la leggo in latino». La lingua ufficiale della Chiesa è oggi sicuramente meno frequentata, tanto da costringere molti padri sinodali ad utilizzare le cuffie per la traduzione simultanea in cinque lingue, a segnalare la loro scarsa fiducia nel comprendere la "lingua della Chiesa".

Scola ha così affrontato il problema dei divorziati: «Nella presente assemblea saranno da approfondire le modalità oggettive per verificare l'ipotesi di nullità del matrimonio canonico. ... indispensabile proseguire nell'opera di ripensamento della natura e dell'azione dei tribunali ecclesiastici perché siano sempre un'espressione della normale vita della Chiesa locale. Oltre alla continua vigilanza sui tempi e sui costi, si potrà pensare a figure e procedure giuridiche semplificate e più efficacemente rispondenti alla cura pastorale».

È chiara l'indicazione ad una concezione di "nullità" più rispettosa della coscienza dei fedeli. Può capitare che siano certi della nullità del loro matrimonio, ma che non siano in grado di provarlo. Da più parti è stata proposta una via "pastorale" che sostituisca quella "giudiziale", che i fedeli dovrebbero seguire in dialogo con i vescovi o con religiosi delegati.

Scola ha ribadito il concetto, che non vi può riconoscersi una istanza oggettiva all'annullamento che sia ridotta alla coscienza dei coniugi anche se sostenuta da una guida spirituale. Ma il suo invito ad un ripensamento in chiave pastorale, vuole indicare la ricerca di una via di mezzo, che dia più credito alle dichiarazioni dei coniugi e che abbia meno bisogno di documenti.

Nessuna apertura invece sulla questione del celibato. L'Eucarestia è un dono e se non esistono sacerdoti a sufficienza si dovrà ridistribuire il clero nel mondo.

«Se non c'è convergenza nella professione di fede, l'Eucarestia invece di unire divide» è stato il commento all'intercomunione di Scola. Prima di poter celebrare insieme l'Eucarestia, occorre raggiungere l'unità della dottrina.

I dati ufficiali, dell'anno 2001, parlano di 191 000 matrimoni in chiesa, contro gli oltre 701 000 matrimoni civili. In crescita costante il numero di coppie divorziate, circa 401 000 l'anno.