Province italiane: "Libero" riapre la questione sulla loro abolizione

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domenica 7 dicembre 2008

Province in Italia

Il quotidiano Libero si è fatto in questi giorni promotore di una petizione che solleciti il governo italiano ad eliminare le 110 province italiane.

Il giornalista Gianluigi Paragone ricoda come durante la campagna elettorale 2008 sembrava che tutti i politici fossero intenzionati ad eliminare questo ente locale che costa ai contribuenti 16,5 miliardi di € all'anno (il 65% in più di otto anni fa).

La richiesta che avanza il giornale di Vittorio Feltri è quella di bloccare subito i processi di costituzione delle nuove 25 province, e di abrogarne almeno venti, per poi proseguire alla loro totale eliminazione.

Ma come la pensa il governo a riguardo? «Silvio, batti un colpo» aveva titolato Libero alcuni giorni fa, ma la risposta di Berlusconi non c'è stata.

In campagna elettorale però il presidente del consiglio aveva affermato che per «abbassare finalmente i costi folli della politica italiana», «la prima cosa da fare è dimezzare il numero dei parlamentari, dei consiglieri regionali, dei consiglieri comunali». E «non parlo delle province, perché bisogna eliminarle».

Otto settimane dopo questa affermazione il premier dava la notizia che erano state «abolite nove province». Abolite non proprio, in quanto in verità esse avrebbero cambiato solo il nome diventando «aree metropolitane».

Il presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini invece ha detto: «nel programma del Pdl c'era l'abolizione delle province ed è vero che a tutt'oggi non è stato fatto nulla. Personalmente non ho cambiato opinione». Gli fa eco Ignazio La Russa: «facciamolo. Con un percorso graduale. Che duri tre o quattro anni. E consenta alle province di cedere le proprie competenze a regioni e comuni. In AN questa opinione è largamente condivisa. Una riforma seria le deve abolire tutte».

Ma sulla sponda della difesa ad oltranza delle province rimane la Lega Nord. Così Roberto Castelli le difende ad AnnoZero: «le province sono nella Costituzione!». Anche il senatùr Umberto Bossi è stato molto a riguardo, sentenziando «finché la Lega è al governo, non si toccano».

Lo stesso ministro della funzione Pubblica Renato Brunetta si è detto scettico: «le province sono enti inutili, che non servono, ma che non riusciremo a cancellare in questa legislatura».

La prima proposta per l'abolizione delle province italiane risale al 1900, su richiesta del deputato Gesualdo Libertini che le marchiava come enti «per lo meno inutili».

Fonti[modifica]