È morto padre Camillo De Piaz: punto di riferimento del cattolicesimo progressista dalla resistenza al concilio

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domenica 31 gennaio 2010

La Chiesa di San Carlo a Milano dove padre Camillo De Piaz ha operato nel periodo 1941/1957


Nella notte tra sabato 30 e domenica 31 gennaio è morto all'ospedale di Sondrio padre Camillo De Piaz. Dal 1934 era diventato frate dell'Ordine dei Servi di Maria e nel 1941, ordinato sacerdote, divenne il maggiore collaboratore di padre Turoldo al convento milanese di San Carlo al Corso. In quegli anni di guerra fu un coraggioso punto di riferimento per l'opposizione cattolica al nazifascismo. Sempre insieme a padre Turoldo nel dopoguerra riuscì a raccogliere il sostegno morale e soprattutto economico dell'alta borghesia milanese (un nome per tutti: Giovanna Albertoni Pirelli) ad iniziative coraggiose, anche se osteggiate dalla Chiesa ufficiale, come Nomadelfia di don Zeno Saltini.

L'attenzione venne poi indirizzata più sul campo culturale con un'iniziativa che prese il nome di Corsia dei Servi, sempre aperta al dialogo con culture anche lontane.

Nell'ambito di questa attività a fianco degli ambienti più aperti del mondo cattolico padre Piaz curò per conto di editori come Mondadori o Il Saggiatore numerosi testi a quell'epoca giudicati scomodi come Agonia della Chiesa? lettera pastorale del 1947 dell'arcivescovo di Parigi cardinale Emanuele Suhard (1948), e Il Cristo dilacerato di Jean Guitton (1964).

La facciata rinascimentale del Santuario della Madonna di Tirano

I tempi nella Chiesa cambiarono, ed anche la Curia vedeva ormai l'attività di padre De Piaz non più come sospetta di eresia, ma fortemente anticipatrice dello spirito conciliare. Godette della stima del cardinal Montini che, divenuto Papa Paolo VI, dette incarico a padre Camillo di curare la traduzione dell'enciclica Popolorum Progressio (1967). Ma nuovi motivi di contrasto con la gerarchia cattolica sopravvennero anche negli anni successivi: Nel 1975 la Corsia dei Servi viene allontanata dalla chiesa di San Carlo, continuando come istituzione privata. Sorsero poi contrasti anche con la diocesi di Como e nel 1977 il comune di Tirano, che vantava un secolare diritto di patronato sul santuario, riuscì ad ottenere l'allontanamento dal Santuario dei Servi di Maria, e in particolare padre De Piaz, che si era distinto anche per la sua attività a favore dei tossicodipendenti. Solo nel 1988 padre Camillo venne reintegrato in tutte le sue funzioni sacerdotali e nel 2004 viene trovato un modus vivendi per il santuario di Tirano con una presenza, ormai solo simbolica di padre Camillo: dal 1994 gravi problemi di salute gli avevano impedito di proseguire nell'impegno culturale e soprattutto sociale che aveva caratterizzato la sua lunga vita.



Fonti[modifica]