Costa d'Avorio: il giorno della mediazione

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lunedì 3 gennaio 2011

La Costa d'Avorio

Giorno chiave oggi per la Costa d'Avorio. Il paese dell'Africa occidentale nel quale, dopo le elezioni presidenziali dello scorso novembre, lo sconfitto Laurent Gbagbo mantiene il suo posto rivendicando, sulla base di una sentenza di un tribunale verosimilmente da lui stesso controllato, la vittoria su Alassane Ouattara.

Le pressioni internazionali con il riconoscimento della vittoria di Ouattara da parte di ONU, Unione europea, USA, Unione Africana e dell'ECOWAS, non sono bastate. Così, dopo un primo incontro, oggi, una nuova delegazione dell'Unione africana, comprendente il primo ministro del Kenya Raila Odinga raggiungerà il presidente uscente Gbagbo per convincerlo a lasciare pacificamente il potere.

Il leader dei "Giovani patrioti" Charles Blé Goudé ha, per l'occasione, sospeso l'ordine di assaltare il quartier generale di Ouattara, mentre Gbagbo ha comunque fatto sapere che rifiuterà ogni proposta di mediazione africana.

Ouattara attende l'esito della mediazione ad Abidjan, protetto da 800 caschi blu dell'ONU. Un eventuale esito negativo della trattativa potrebbe dare il via libera ad un conflitto aperto.

Per altro, dopo il voto del 28 novembre scorso, le opposte fazioni si sono già scontrate più volte e c'è il sospetto che almeno 200 oppositori del potere di cui non si ha più traccia, siano stati uccisi e sepolti in fosse comuni allestite poco fuori la capitale, e sulle quali l'ONU sta indagando.

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Fonti[modifica]