Myanmar: centinaia di monaci arrestati durante raid nei monasteri, ma la protesta continua
giovedì 27 settembre 2007

Almeno 200 monaci sono stati arrestati a Myanmar durante raid notturni nei monasteri poco prima dell'alba. Le forze governative hanno iniziato a prendere provvedimenti restrittivi dopo alcuni giorni di manifestazioni pacifiche, ma nonostante il violento trattamento subito da parte del personale militare, i monaci sono ritornati in strada questa mattina.
Cento monaci sono stati presi dalle forze di sicurezza quando hanno fatto irruzione nel monastero di Ngwe Kyaryan. «Soltanto due o tre monaci malati sono stati lasciati liberi», ha detto un testimone nei pressi del monastero. Alcune persone hanno riferito che ci sono stati spari durante le manifestazioni, e una persona è «caduta a terra», ma non si sa se essa è stata colpita.
«Ci sono camion dei pompieri e cannoni ad acqua posizionati in diversi posti - Ce ne sono circa tre appena fuori il municipio. Ci sono diversi furgoni delle carceri», ha detto Mark Canning, ambasciatore inglese a Rangoon.
Gli Stati Uniti d'America e l'Unione Europea hanno affermato di essere profondamente preoccupati dagli eventi, chiedendo una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite al fine di considerare sanzioni contro il regime, ma Cina e Russia non credono che le sanzioni aiuterebbero e hanno immediatamente posto il veto, affermando che la crisi è una questione interna al governo di Myanmar.
«La Francia non accetterà che l'opposizione birmana venga imbavagliata» ha detto Nicolas Sarkozy, presidente della Repubblica francese, che ha anche affermato che «noi [il Consiglio di Sicurezza] abbiamo espresso preoccupazione di fronte alla situazione, e abbiamo chiesto moderazione, specialmente da parte del governo di Myanmar».