Scuola: diecimila in corteo a Milano per il «No Gelmini Day»

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Milano, venerdì 8 ottobre 2010
Si sono tenuti quest'oggi in una cinquantina di città italiane dei cortei di protesta contro i tagli alla scuola previsti dalla Riforma Gelmini. A Milano in strada sono scesi gli studenti degli istituti superiori e molti docenti precari: in testa, come già nei cortei del 13 settembre, il caschetto giallo da lavoro per proteggersi «dalle macerie causate da Gelmini e Tremonti».

Il corteo meneghino ha preso il via in largo Cairoli alle 9 e 30: destinazione il Provveditorato degli Studi, in via Ripamonti. I diecimila manifestanti – dati della Questura, per i Collettivi studenteschi erano ventimila – hanno quindi percorso pacificamente le strade della città: ad aprire il passo una sagoma del ministro Gelmini con indosso abiti militari, che una volta affissa in Ripamonti è divenuta oggetto del lancio di bottiglie di plastica, uova, petardi e anche qualche sasso.

Chiaro il riferimento ai fatti del 29 settembre in via Bagutta: quel giorno si era infatti tenuto un presidio di fronte alla sede milanese dell'Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d'Italia, l'associazione che organizzerà i corsi di Allenati per la vita previsti dal progetto Gelmini-La Russa, per protestare contro l'«introduzione dell'educazione militare nelle scuole». Nell'occasione erano sorti tafferugli tra le forze dell'ordine e i giovani dei centri sociali, con alcuni feriti.

Intorno alle 10 e 30 circa tremila persone hanno lasciato il corteo principale per dirigersi all'Università Statale. Qui alcuni rappresentanti dei centri sociali hanno fatto irruzione nella mensa universitaria provocando diversi danni all'interno dell'edificio. Unici scontri di una certa rilevanza in Piazza Velasca, in zona Missori: a fronteggiarsi un gruppo di universitari partiti dalla Statale senza autorizzazione, e gli agenti di polizia che volevano impedire il transito in una zona vietata. Un insegnante precario ha dichiarato che «sono volate manganellate». Si sarebbe registrato solo un ferito lieve, un funzionario della Digos raggiunto agli occhi da spray urticante: l'autore del gesto era parte del gruppetto di manifestanti che a sua volta si era distaccato per raggiungere, invano poiché fermato dagli agenti, l'assessorato all'Istruzione in largo Treves.

Principali anime del corteo di oggi sono stati i collettivi studenteschi del capoluogo e della provincia, coadiuvati da rappresentanti delle Università di Pavia e dell'Insubria e degli insegnanti precari, e da Rete Scuole, assemblea degli istituti scolastici del Milanese. Presenti anche molti esponenti dei centri sociali, tra cui quelli del Fornace con uno striscione per il "no allo sgombero".

Gli slogan hanno preso di mira soprattutto il provveditore agli studi Giuseppe Colosio e il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, ma anche la scuola di Adro tappezzata di simboli padani: eloquente il coro «No alle scuole della Lega, no alle scuole in cui si prega».

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