Cina: i lavoratori parlano. Le multinazionali si scusano: differenze tra le versioni

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In Cina sono ormai schiaccianti le prove che dimostrano come un enorme numero di donne e bambini debbano lavorare in estenuanti turni e per salari da fame per le multinazionali occidentali. Proprio così: Timberland, Puma ed altre, attraverso una rete di aziende intermediarie locali, producono in Cina, a costi irrisori tutti quei beni di consumo che saranno venduti a caro prezzo sul mercato occidentale.
Il fenomeno che alcune multinazionali sfruttino manodopera a basso costo in Cina e altri paesi e che i lavoratori sono costretti a lavorare spesso in condizioni disuamane sta sensibilizzando sempre più l'opinione pubblica. Tanto che alcune aziende hanno incominciato ad ammettere l'esistenza del fenomeno e ad impegnarsi, almeno a parole, per un miglioramento della situazione.

In Cina sono ormai schiaccianti le prove che dimostrano come un enorme numero di donne e bambini debbano lavorare in estenuanti turni e per salari da fame per le multinazionali occidentali. Molte multinazionali occidentali, tra cui Timberland, Puma ed altre, attraverso una rete di aziende intermediarie locali, producono in Cina, a costi irrisori tutti quei beni di consumo che saranno venduti a caro prezzo sul mercato occidentale.
40 centesimi di euro è quello che quadagna un quattordicenne cinese per produrre un paio di Timberland che saranno vendute a 150€ in Europa. 90 eurocent per un paio di Puma che compreremo a 178 euro.
40 centesimi di euro è quello che quadagna un quattordicenne cinese per produrre un paio di Timberland che saranno vendute a 150€ in Europa. 90 eurocent per un paio di Puma che compreremo a 178 euro.
I turni sono di 16 ore al giorno, si dorme in fabbrica . La violenza e le malattie caratterizzano le fabbriche lager.
I turni sono di 16 ore al giorno, si dorme in fabbrica . La violenza e le malattie caratterizzano le fabbriche lager.

Ora, però, gli operai cominciano a parlare e le multinazionali possono solo ammettere le loro responsabilità. Senza molta pubblicità, è chiaro.
Ora, però, gli operai cominciano a parlare, il malcontento avanza, sorgono ogni tanto proteste spontanee e le organizzazioni umanitarie stanno man mano raccogliendo sempre più prove. Le multinazionali possono solo ammettere le loro responsabilità. Senza molta pubblicità, è chiaro.
""Siamo consapevoli che quella fabbrica ha avuto dei problemi relativi alle condizioni di lavoro. Siamo attualmente impegnati ad aiutare i proprietari della fabbrica a migliorare", afferma Robin Giampa, direttore delle relazioni esterne della Timberland.

Ma nei report delle ispezioni semestrali della Timberland alle sue fabbriche in Cina, non risulta nulla di quello sfruttamento punibile anche dalla legislazione cinese.
Emblematico il caso di una fabbrica nella ricca regione meridionale del Guangdong, che lavora su licenza della Timberland a cui è destinata la maggior parte della produzione. Secondo quanto riferito nella fabbrica lavorano 4.700 dipendenti, in prevelanze (80%) donne. Tra i lavoratori ci sono anche minorenni di 14 e 15 anni. L'associazione umanitaria China Labor Watch, un'associazione impegnata contro lo sfruttamento dei minori e contro le violazioni dei diritti dei lavoratori, ha raccolto numerose testimonianze circa le terribili condizioni di lavoro.

Il fenomeno Timberland appare ancora più stridente se si considera che ''Fortune'' nel 2004 le aveva conferito il premio quale "migliore azienda dell'anno per le relazioni umane".
"Siamo consapevoli che quella fabbrica ha avuto dei problemi relativi alle condizioni di lavoro. Siamo attualmente impegnati ad aiutare i proprietari della fabbrica a migliorare", afferma Robin Giampa, direttore delle relazioni esterne della Timberland.
Tuttavia nei rapporti delle ispezioni semestrali fatte dalla Timberland alle sue fabbriche in Cina, non risulta nulla di quello sfruttamento punibile anche dalla legislazione cinese.
===Fonti===
===Fonti===
*{{fonte|agenzia=La Repubblica|autore=Federico Rampini|data=17 maggio 2005|url=http://www.repubblica.it/2005/e/sezioni/economia/nostrolusso/nostrolusso/nostrolusso.html|titolo=I lager cinesi che fabbricano il sogno occidentale}}
*{{fonte|agenzia=La Repubblica|autore=Federico Rampini|data=17 maggio 2005|url=http://www.repubblica.it/2005/e/sezioni/economia/nostrolusso/nostrolusso/nostrolusso.html|titolo=I lager cinesi che fabbricano il sogno occidentale}}

Versione delle 15:56, 21 mag 2005

19 maggio 2005

Il fenomeno che alcune multinazionali sfruttino manodopera a basso costo in Cina e altri paesi e che i lavoratori sono costretti a lavorare spesso in condizioni disuamane sta sensibilizzando sempre più l'opinione pubblica. Tanto che alcune aziende hanno incominciato ad ammettere l'esistenza del fenomeno e ad impegnarsi, almeno a parole, per un miglioramento della situazione.

In Cina sono ormai schiaccianti le prove che dimostrano come un enorme numero di donne e bambini debbano lavorare in estenuanti turni e per salari da fame per le multinazionali occidentali. Molte multinazionali occidentali, tra cui Timberland, Puma ed altre, attraverso una rete di aziende intermediarie locali, producono in Cina, a costi irrisori tutti quei beni di consumo che saranno venduti a caro prezzo sul mercato occidentale. 40 centesimi di euro è quello che quadagna un quattordicenne cinese per produrre un paio di Timberland che saranno vendute a 150€ in Europa. 90 eurocent per un paio di Puma che compreremo a 178 euro. I turni sono di 16 ore al giorno, si dorme in fabbrica . La violenza e le malattie caratterizzano le fabbriche lager.

Ora, però, gli operai cominciano a parlare, il malcontento avanza, sorgono ogni tanto proteste spontanee e le organizzazioni umanitarie stanno man mano raccogliendo sempre più prove. Le multinazionali possono solo ammettere le loro responsabilità. Senza molta pubblicità, è chiaro.

Emblematico il caso di una fabbrica nella ricca regione meridionale del Guangdong, che lavora su licenza della Timberland a cui è destinata la maggior parte della produzione. Secondo quanto riferito nella fabbrica lavorano 4.700 dipendenti, in prevelanze (80%) donne. Tra i lavoratori ci sono anche minorenni di 14 e 15 anni. L'associazione umanitaria China Labor Watch, un'associazione impegnata contro lo sfruttamento dei minori e contro le violazioni dei diritti dei lavoratori, ha raccolto numerose testimonianze circa le terribili condizioni di lavoro.

Il fenomeno Timberland appare ancora più stridente se si considera che Fortune nel 2004 le aveva conferito il premio quale "migliore azienda dell'anno per le relazioni umane". "Siamo consapevoli che quella fabbrica ha avuto dei problemi relativi alle condizioni di lavoro. Siamo attualmente impegnati ad aiutare i proprietari della fabbrica a migliorare", afferma Robin Giampa, direttore delle relazioni esterne della Timberland. Tuttavia nei rapporti delle ispezioni semestrali fatte dalla Timberland alle sue fabbriche in Cina, non risulta nulla di quello sfruttamento punibile anche dalla legislazione cinese.

Fonti