Caso P3: interrogati Verdini e Dell'Utri: differenze tra le versioni

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Versione attuale delle 14:21, 29 lug 2010

mercoledì 28 luglio 2010

Denis Verdini e Marcello Dell'Utri, indagati nel caso P3 e accusati di aver violato la Legge Anselmi relativa alle associazioni segrete, sono stati interrogati lunedì e martedì. Giacomo Caliendo, il sottosegretario alla Giustizia, sarà ascoltato venerdì 30 luglio.

26 luglio: nove ore per Verdini che non convince i giudici[modifica]

Denis Verdini, coordinatore nazionale del Popolo della Libertà, è stato interrogato in procura dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo dalle 15 a mezzanotte.

Ha giustificato così gli incontri con le persone che avrebbero fondato la P3: "Non conoscevo né Lombardi, né Martino. Fu Marcello Dell'Utri a portarli a pranzo a casa mia. Con lui siamo amici da una vita, è una persona carismatica. Se lui viene con qualcuno che cosa dovrei fare? Non posso certo chiedere i documenti alle persone che lo accompagnano". Gli incontri sarebbero serviti, inoltre, a decidere come intervenire sulla Consulta per il Lodo Alfano, ma Verdini ha sminuito il fatto: "Abbiamo fatto un toto giudici. Questo dice di sì, l'altro di no. In quei giorni ne parlavano tutti, anche noi".

Le spiegazioni date da Verdini sono apparse generiche e non convincenti, soprattutto quelle relative al prelievo di 2 milioni e 600 mila euro dal conto della Società Toscana Edizioni. Il denaro fu versato dalla convivente di Flavio Carboni e si sospetta che possa essere il pagamento mascherato di una tangente. "Nel 2004 il Giornale della Toscana aveva problemi e si fecero avanti un paio di imprenditori per rilevare alcune quote [...] riuscimmo comunque a salvare la situazione" ha replicato il coordinatore "Ultimamente ci sono stati altri problemi e nel maggio del 2009 uno di loro mi presentò Flavio Carboni. Di lui sapevo che era stato coinvolto nella vicenda di Calvi, ma che era stato assolto. In ogni caso in quel momento era utile perché portava soldi, quindi cominciai a riflettere sulla possibilità di una sua proposta. Mentre stavo decidendo, Dell'Utri organizzò un pranzo all'Hotel Eden e quando arrivai trovai anche Carboni. Marcello mi disse che dovevo accettare e alla fine cedetti il 30% delle quote. Fu versata la prima rata da 800 mila euro ma poi cominciò l'indagine della procura di Firenze e io decisi di bloccare tutto". Quando i magistrati gli hanno chiesto che cosa ci abbia guadagnato Carboni da questa operazione, Verdini ha esitato e ha detto che l'affare rimase in sospeso perché ci furono delle difficoltà.

27 luglio: Dell'Utri si avvale della facoltà di non rispondere[modifica]

Marcello Dell'Utri, senatore per Il Popolo della Libertà accusato per mafia un mese fa, è stato interrogato il giorno seguente, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. "A Palermo 15 anni fa" ha dichiarato Dell’Utri "ho parlato 17 ore e sono stato rinviato a giudizio sulla base della mie dichiarazioni. Ho imparato da allora". Secondo i giudici il senatore occupa all'interno della P3 "un ruolo apicale e politicamente superiore rispetto a quello di Verdini" e costituisce una figura di maggior livello "perché la sua è una storia che nasce da lontano e perché il senatore resta sempre colui che ha creato il partito".

Fonti[modifica]