Dopo Pompei, anche Roma fa la sua parte: crolla un muro al Pincio: differenze tra le versioni
Nessun oggetto della modifica |
|||
Riga 4: | Riga 4: | ||
Dopo che [[w:Pompei|Pompei]], con le sue storie di ordinario abbandono, aveva monopolizzato le cronache mediatiche, anche la [[w:Roma|Città eterna]] ha reclamato un suo ruolo e ha cominciato a farsi spazio con analoghe cronache di degrado architettonico e archeologico. |
Dopo che [[w:Pompei|Pompei]], con le sue storie di ordinario abbandono, aveva monopolizzato le cronache mediatiche, anche la [[w:Roma|Città eterna]] ha reclamato un suo ruolo e ha cominciato a farsi spazio con analoghe cronache di degrado architettonico e archeologico. |
||
Se ne era avuto un accenno la caduta di pezzi |
Se ne era avuto un accenno con la caduta di pezzi d'intonaco al [[w:Colosseo|Colosseo]], a cui avevano fatto da controcanto i crolli delle [[w:Mura leonine|Mura leonine]], di un muro a [[w:Villa Medici|Villa Medici]] e di frammenti della [[w:Basilica di San Pietro in Vincoli|Basilica di San Pietro in Vincoli]]. |
||
Ora è toccato al [[w:Pincio|Pincio]] il ruolo triste di protagonista della stagione di degrado dell'architettura capitolina. Durante la notte, si è letteralmente sbriciolato, per una lunghezza di 9 metri e una profondità di 20 centimetri, il rivestimento murale che protegge il secondo dei tre tornanti attraverso cui si sonda la strada che collega la terrazza del Pincio a [[w:Piazza del Popolo (Roma)|Piazza del Popolo]]. |
Ora è toccato al [[w:Pincio|Pincio]] il ruolo triste di protagonista della stagione di degrado dell'architettura capitolina. Durante la notte, si è letteralmente sbriciolato, per una lunghezza di 9 metri e una profondità di 20 centimetri, il rivestimento murale che protegge il secondo dei tre tornanti attraverso cui si sonda la strada che collega la terrazza del Pincio a [[w:Piazza del Popolo (Roma)|Piazza del Popolo]]. Fortunatamente, l'ora notturna ha scongiurato conseguenze peggiori: non si registrano, infatti, ulteriori danni a persone o cose. |
||
Il sovrintendente ai Beni Culturali di Roma, [[w:Umberto Broccoli|Umberto Broccoli]], se la prende con gli eccessi del clima, l'avvicendarsi gli inverni molto piovosi con estati infuocate, ma il vero responsabile, in questo come in altri episodi, sembra essere l'irrimediabile incuria dell'uomo e delle istituzioni, incapaci di proteggere, dalle ingiurie del tempo e del clima, le emergenze architettoniche che costellano gli antichi centri storici delle città. |
Il sovrintendente ai Beni Culturali di Roma, [[w:Umberto Broccoli|Umberto Broccoli]], se la prende con gli eccessi del clima, l'avvicendarsi gli inverni molto piovosi e nevosi con estati infuocate, ma il vero responsabile, in questo come in altri episodi, sembra essere l'irrimediabile incuria e insensibilità dell'uomo e delle istituzioni, incapaci di proteggere, dalle ingiurie del tempo e del clima, le emergenze architettoniche che costellano gli antichi centri storici delle città. |
||
Il sindaco [[w:Gianni Alemanno|Gianni Alemanno]], giunto sul posto per un sopralluogo, si è dichiarato comunque ottimista, indicando in soli 15 giorni la durata dell'intervento di messa in sicurezza e ripristino. Il danno per le casse del comune è stato da lui |
Il sindaco [[w:Gianni Alemanno|Gianni Alemanno]], giunto sul posto per un sopralluogo, si è dichiarato comunque ottimista, indicando in soli 15 giorni la durata dell'intervento di messa in sicurezza e ripristino. Il danno per le casse del comune è stato da lui stimato in 300.000 euro. |
||
{{dì la tua}} |
{{dì la tua}} |
Versione delle 15:55, 22 ago 2012
mercoledì 22 agosto 2012
Dopo che Pompei, con le sue storie di ordinario abbandono, aveva monopolizzato le cronache mediatiche, anche la Città eterna ha reclamato un suo ruolo e ha cominciato a farsi spazio con analoghe cronache di degrado architettonico e archeologico.
Se ne era avuto un accenno con la caduta di pezzi d'intonaco al Colosseo, a cui avevano fatto da controcanto i crolli delle Mura leonine, di un muro a Villa Medici e di frammenti della Basilica di San Pietro in Vincoli.
Ora è toccato al Pincio il ruolo triste di protagonista della stagione di degrado dell'architettura capitolina. Durante la notte, si è letteralmente sbriciolato, per una lunghezza di 9 metri e una profondità di 20 centimetri, il rivestimento murale che protegge il secondo dei tre tornanti attraverso cui si sonda la strada che collega la terrazza del Pincio a Piazza del Popolo. Fortunatamente, l'ora notturna ha scongiurato conseguenze peggiori: non si registrano, infatti, ulteriori danni a persone o cose.
Il sovrintendente ai Beni Culturali di Roma, Umberto Broccoli, se la prende con gli eccessi del clima, l'avvicendarsi gli inverni molto piovosi e nevosi con estati infuocate, ma il vero responsabile, in questo come in altri episodi, sembra essere l'irrimediabile incuria e insensibilità dell'uomo e delle istituzioni, incapaci di proteggere, dalle ingiurie del tempo e del clima, le emergenze architettoniche che costellano gli antichi centri storici delle città.
Il sindaco Gianni Alemanno, giunto sul posto per un sopralluogo, si è dichiarato comunque ottimista, indicando in soli 15 giorni la durata dell'intervento di messa in sicurezza e ripristino. Il danno per le casse del comune è stato da lui stimato in 300.000 euro.
Fonti
- «FOTO: Il muro crollato al Pincio» – ANSA, 22 agosto 2012.
- «Crolla muro al Pincio: il patrimonio del Belpaese che si sbriciola» – Il Messaggero, 22 agosto 2012.
- «Pincio, crolla muro del Valadier. A terra nove metri di mattonato» – la Repubblica, 22 agosto 2012.
Condividi questa notizia: