Libia: liberati i quattro italiani. A Tripoli ancora spari contro i giornalisti: differenze tra le versioni

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Sono stati liberati i quattro giornalisti italiani rapiti nella giornata di ieri in [[Libia]]. Elisabetta Rosaspina, Giuseppe Sarcina, Domenico Quirico e Claudio Monici sono ora al sicuro nell'Hotel Corinthia a [[w:Tripoli|Tripoli]].
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Sono gli stessi ex ostaggi a raccontare ora la dinamica del loro rapimento. Dal loro racconto emerge che gli uomini armati che hanno assalito il [[w:Pick up|pick up]] su cui viaggiavano i giornalisti e che hanno ucciso l'autista volessero uccidere anche i quattro italiani. A salvarli sarebbe stata proprio una divisione interna fra i rapitori, alcuni dei quali hanno portato via i prigionieri e li hanno trasferiti in un appartamento, dove due civili li hanno tenuti nascosti. Sempre secondo il racconto dei quattro, sarebbe stato sempre un gruppo di "dissidenti" tra i sequestratori, ad effettuare la loro liberazione.
Sono gli stessi ex ostaggi a raccontare ora la dinamica del loro rapimento. Dal loro racconto emerge che gli uomini armati che hanno assalito il ''[[w:Pick up|pick up]]'' su cui viaggiavano i giornalisti e che hanno ucciso l'autista volessero uccidere anche i quattro italiani. A salvarli sarebbe stata proprio una divisione interna fra i rapitori, alcuni dei quali hanno portato via i prigionieri e li hanno trasferiti in un appartamento, dove due civili li hanno tenuti nascosti. Sempre secondo il racconto dei quattro, sarebbe stato sempre un gruppo di "dissidenti" tra i sequestratori ad effettuare la loro liberazione.


Non è finita qui, tuttavia, l'avventura dei giornalisti. Infatti, l'hotel Corinthia, dove si trovavano insieme ad altri giornalisti (fra i quali anche i trenta liberati ieri dall'hotel Rixos), è stato teatro di [[w:Guerra civile libica|scontri a fuoco tra i ribelli]], che presidiavano la zona, e le truppe ancora fedeli a [[w:Mu'ammar Gheddafi|Mu'ammar Gheddafi]], forse cecchini nascosti nei pressi dell'hotel. Su un edificio a circa trecento metri dall'albergo è stata issata una bandiera di Gheddafi.
Non è finita qui, tuttavia, l'avventura dei giornalisti. Infatti, l'hotel Corinthia, dove si trovavano insieme ad altri giornalisti (fra i quali anche i trenta liberati ieri dall'hotel Rixos), è stato teatro di [[w:Guerra civile libica|scontri a fuoco tra i ribelli]], che presidiavano la zona, e le truppe ancora fedeli a [[w:Mu'ammar Gheddafi|Mu'ammar Gheddafi]], forse cecchini nascosti nei pressi dell'hotel. Su un edificio a circa trecento metri dall'albergo è stata issata una bandiera di Gheddafi.


Gli scontri sono durati circa quaranta minuti prima che, verso le 14.30, i ribelli eliminassero la minaccia riprendendo il controllo della zona.
Gli scontri sono durati circa quaranta minuti prima che, verso le 14:30 locali, i ribelli eliminassero la minaccia riprendendo il controllo della zona.


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Versione delle 12:47, 29 ago 2012

giovedì 25 agosto 2011

File:Bāb al ‘Azīzīyah, Tripoli, Tsarrbuus, LY..jpg
Manifesti con il volto di Gheddafi nel 2007 a Bāb al ‘Azīzīyah

Sono stati liberati i quattro giornalisti italiani rapiti nella giornata di ieri in Libia. Elisabetta Rosaspina, Giuseppe Sarcina, Domenico Quirico e Claudio Monici sono ora al sicuro nell'Hotel Corinthia a Tripoli.

Sono gli stessi ex ostaggi a raccontare ora la dinamica del loro rapimento. Dal loro racconto emerge che gli uomini armati che hanno assalito il pick up su cui viaggiavano i giornalisti e che hanno ucciso l'autista volessero uccidere anche i quattro italiani. A salvarli sarebbe stata proprio una divisione interna fra i rapitori, alcuni dei quali hanno portato via i prigionieri e li hanno trasferiti in un appartamento, dove due civili li hanno tenuti nascosti. Sempre secondo il racconto dei quattro, sarebbe stato sempre un gruppo di "dissidenti" tra i sequestratori ad effettuare la loro liberazione.

Non è finita qui, tuttavia, l'avventura dei giornalisti. Infatti, l'hotel Corinthia, dove si trovavano insieme ad altri giornalisti (fra i quali anche i trenta liberati ieri dall'hotel Rixos), è stato teatro di scontri a fuoco tra i ribelli, che presidiavano la zona, e le truppe ancora fedeli a Mu'ammar Gheddafi, forse cecchini nascosti nei pressi dell'hotel. Su un edificio a circa trecento metri dall'albergo è stata issata una bandiera di Gheddafi.

Gli scontri sono durati circa quaranta minuti prima che, verso le 14:30 locali, i ribelli eliminassero la minaccia riprendendo il controllo della zona.

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Fonti