Intervista a Alessandro De Bon: differenze tra le versioni

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Oggi siamo andati a intervistare Alessandro De Bon, che è un giornalista ed è a capo dell’editoriale qui al Locarno Film Festival. Ha riposto alle nostre domande con molta simpatia e gentilezza.
Oggi siamo andati a intervistare Alessandro De Bon, che è un giornalista ed è a capo dell’editoriale qui al Locarno Film Festival. Ha riposto alle nostre domande con molta simpatia e gentilezza.



Versione delle 19:42, 20 ago 2019

Martedì 13 agosto 2019

Locarno Film Festival 2019

Oggi siamo andati a intervistare Alessandro De Bon, che è un giornalista ed è a capo dell’editoriale qui al Locarno Film Festival. Ha riposto alle nostre domande con molta simpatia e gentilezza.

Rispetto all’anno scorso è cambiato qualcosa nel suo lavoro?

È cambiato che ho lavorato tutto l’anno per il Festival, è una visione a 360° e quindi arrivi al Festival più preparato, o almeno dovresti arrivare più preparato, poi in realtà fai sempre tutto di corsa. Al Festival è cambiata la tv, della quale mi occupo, e abbiamo aggiustato alcune cose. È cambiata anche la direzione artistica, il direttore artistico non è più quello di prima, ma è Lili. Abbiamo deciso di fare la comunicazione assieme a lei, che ha idee diverse dal precedente direttore artistico, abbiamo costruito vari programmi della trasmissione, ad esempio la trasmissione del mattino quest’anno si chiamo Locarno Podcast e non è più un’intervista tra Lily e Lorenzo, ma ognuno racconta un pezzettino della giornata. Poi ogni edizione è un’edizione nuova, con ospiti nuovi, interviste nuove e quindi in realtà il lavoro è molto diverso. È vero che è sempre televisione, ma sul come l’abbiamo fatta è cambiata.

Cosa ha studiato per fare questo lavoro?

Ho fatto il liceo classico e poi all’università ho studiato cinema.

Cosa le piace di più del suo lavoro e cosa di meno?

A me piace tantissimo scrivere, quindi quando devo scrivere sono proprio felice, inoltre mi piace molto intervistare tutti gli ospiti del Festival perché sono persone che non hai sempre l’occasione di incontrare e hanno moltissimo da dire. Quello che mi piace meno è organizzare tutto all’ultimo, devi fare in modo che tutti gli impegni della giornata si incastrino e questo è un po’ noioso.

Bisogna avere un carattere speciale per fare questo lavoro?

Per fare il lavoro che faccio bisogna avere pazienza perché a volte hai dieci persone che ti chiedono molte cose diverse nello stesso momento e bisogna sorridere perché con gli ospiti bisogna essere gentili. Credo che ognuno, con il suo carattere, se ben gestito, può fare questo lavoro. Di sicuro essere aperti, solari e disponibili aiuta molto.

Cosa voleva fare da piccolo?

Scrivere, pensa che fortuna! Quando ero piccolo giocavo a fare il giornale della casa e scrivevo cose un po’ ridicole, ma mi piaceva molto. Poi da grande sono riuscito a scrivere per davvero e ho deciso di scrivere per il cinema. Quindi è una grande fortuna, però se mi chiedi di quando ero ancora più piccolo, volevo fare il pompiere e il guidatore di ruspe.

Quali sono i suoi hobby?

È banale dirlo, ma andare al cinema, anche se da quando ho un figlio non ci vado più molto spesso. Poi ogni tanto gioco a calcio, ma non sono molto bravo. Mi piace molto anche la fotografia, anche se negli ultimi anni non l’ho più fatto. Mi piace scrivere e nel tempo libero scrivo, non più per lavoro, ma per cose mie. Inoltre passo molto tempo con mio figlio.

A cura di Annalisa e Dana.

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Questa intervista esclusiva riporta notizie di prima mano da parte di uno dei membri di Wikinotizie.