Strage Borsellino, Emanuela Loi non doveva essere lì

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giovedì 17 luglio 2008

Il giorno della strage di via D'Amelio Emanuela Loi, agente di scorta ucciso con Paolo Borsellino il 19 luglio 1992, non doveva essere al fianco del magistrato ucciso dalla mafia. Lo rivela, a due giorni dal sedicesimo anniversario dell'eccidio, la sorella della poliziotta, Claudia Loi: "Quella domenica - racconta - lei era a disposizione. Fu aggregata alla scorta. Abbiamo saputo dalla televisione che era morta: almeno questa sconcezza lo Stato poteva evitarcela". La sorella dell'agente di scorta, in particolare, se la prende con chi non è stato accanto alle famiglie delle vittime: "Lo Stato - spiega - non si è comportato per niente bene. Si fanno vivi solo per gli anniversari, con la celebrazione e le belle parole. Mio fratello è praticamente a spasso. In Sicilia, le vittime di mafia vengono assunte alla Regione. In Sicilia non accade. Lui si arrangia come autista. Abbiamo preso qualche spicciolo. Lo abbiamo usato per sistemare la tomba di Emanuela". Una donna che stava progettando un futuro sereno: "Pensava al matrimonio - afferma la sorella - e desiderava una famiglia con tanti bambini, qui, a casa sua".

Fonti[modifica]