92 morti nel doppio attentato in Norvegia

Questa pagina è protetta
Da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

domenica 24 luglio 2011

Facciata del ministero dell'industria norvegese distrutta dal primo attacco terroristico.

2083 Dichiarazione d'indipendenza europea. Questo è il titolo del memoriale di 1500 pagine scritto da Anders Behring Breivik, il biondo attentatore che tra Oslo e Utøya, in Norvegia, ha ucciso oltre 90 persone [vedi nota correttiva[1]]. In questo testo, che l'autore ha cominciato a scrivere dall'autunno del 2009, viene affermato che l'uso del terrorismo doveva servire come "mezzo per risvegliare le masse". Innumerevoli i richiami ai Templari e i simboli celtici: infatti, Anders Behring Breivik era legato agli ambienti di estrema destra. Non solo. Il 32enne su Facebook si definisce "single, cristiano, conservatore e anti-islamico". Secondo la polizia, Breivik è stato definito come un fondamentalista cristiano. «Una persona con un credo ha altrettanta forza di 100 000 persone che hanno solo interessi» è stato l'ultimo tweet fatto da Breivik, citando il filosofo positivista John Stuart Mill.

«È stato un atto atroce ma necessario» avrebbe dichiarato Breivik; l'affermazione, riferita dal suo legale, conferma che l'attentato è stato accuratamente pianificato da tempo. In più, la polizia fa trapelare alcune informazioni sulla preparazione degli attacchi: l'attentatore, che possiede una fattoria, ordinò sei tonnellate di un fertilizzante a base di nitrato di ammonio, sostanza che può essere usata per fabbricare esplosivi.

Sembra quindi svanire la pista del terrorismo islamico. Infatti, secondo le prime indiscrezioni, sembrava che gli attentati fossero stati causati da una cellula terroristica jihadista a causa della partecipazione della Norvegia alla guerra in Libia e alla missione in Afghanistan e a causa della pubblicazione delle vignette satiriche su Maometto su alcuni giornali, anche se c'è stata una rivendicazione a cui gli investigatori non danno peso.

Il primo attentato iniziò alle 15:26 con una forte esplosione in una zona dove sono presenti raggruppamenti di edifici governativi e di testate giornalistiche. Dai due morti iniziali il bilancio sale fino a sette con diversi feriti, alcuni in gravi condizioni. Nel frattempo la prima rivendicazione in un forum jihadista da parte di Ansar al-Jihad al-Alami. Il secondo attentato, invece, dopo un paio d'ore: un uomo vestito da poliziotto, che si rivela poi essere Breivik, irruppe nel campo dove si stava svolgendo l'incontro annuale dei giovani laburisti e aprì il fuoco. Anche in questo caso le prime stime parlano di quattro o cinque tra morti e feriti. In più gli artificieri hanno fatto sapere di aver ritrovato diversi ordigni inesplosi in vari punti di Utøya.

«Non ci faremo zittire, in onore di chi ha perso la vita», «continueremo a tenere alti i nostri ideali di tolleranza e antirazzismo». Queste sono le frasi di Ekil Pederson, leader della sezione giovanile del partito laburista, dopo l'attacco al campo.


Articoli correlati

Fonti

Note

  1. [Nota correttiva del 10 dicembre 2011]
    In seguito il numero delle vittime è stato stabilito in 77: 69 a Utøya e 8 a Oslo.

Altri progetti

  • Collabora a Wikipedia Wikipedia contiene una voce sugli Attentati del 22 luglio 2011 in Norvegia
  • Collabora a Commons Commons contiene immagini o altri file sulle Esplosioni a Oslo nel 2011