A Palermo si chiude il summit sulla Libia
Palermo, mercoledì 14 novembre 2018
Si è conclusa ieri la conferenza a Palermo organizzata dal Governo italiano in collaborazione con l'ONU che ha riunito circa 30 paesi, principali protagonisti diretti o indiretti, dello scenario libico. Il premier italiano fa sapere di aver invitato anche Donald Trump e Vladimir Putin i quali però sono risultati assenti. Il presidente russo ha però inviato il suo primo ministro Dmitrij Medvedev, il quale si è detto «fiducioso» che si possano ottenere «progressi», e che la «Russia è anche pronta a prendere parte alla ricostruzione dell'economia della Libia e al miglioramento delle condizioni sociali».
Ruolo chiave nella vicenda libica è rivestito senz'altro dal generale Haftar, il quale non ha partecipato al summit ma ha avuto modo di parlare con il premier Conte in un amichevole colloquio bilaterale al suo arrivo a Villa Igiea, durante il quale il premier italiano cita Nelson Mandela dicendo: «Il compromesso è l'arte della leadership e i compromessi si fanno con gli avversari, non con gli amici».
Senza dubbio ben accolta da parte della comunità internazionale la conferenza; l'inviato ONU per la Libia Ghassam Salamè ringrazia l'Italia per aver organizzato la conferenza e dichiara inoltre di sentirsi più tranquillo perché «c'è stato un impegno serio da parte dei libici presenti». In rappresentanza delle istituzioni europee, sono a Palermo il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk e l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione, Federica Mogherini. Inaspettata è invece la decisione della Turchia, che ha deciso di abbandonare il summit perché non invitata alla riunione informale del 13 novembre tra Sarraj e Haftar. Al riguardo si è espresso Giuseppe Conte durante la conferenza stampa dicendosi dispiaciuto che la delegazione turca abbia abbandonato la conferenza, dichiarando tuttavia che «far convergere a Palermo 30 paesi, significa anche esporre inevitabilmente questo incontro a qualche fibrillazione».
Nella conferenza stampa a chiusura del summit, il premier Conte ha precisato che l'Italia «non intende rivendicare alcuna leadership sul piano economico, politico o altro». Conte sembra parlare anche a nome della comunità internazionale, quando dice: «Il segno è stato di questa conferenza: noi siamo qui, con vigile attenzione vi seguiamo, siamo disponibili ad aiutarvi per quanto chiederete». Successivamente, alla domanda di una giornalista della TV libica che gli chiede se la conferenza sia stata un successo, il premier Conte risponde: «Successo? Se il mezzo del successo è di dire: oggi a Palermo abbiamo trovato una soluzione a tutti i problemi della Libia, è un insuccesso». Il premier ha tenuto a sottolineare gli obiettivi raggiunti durante il summit, dal quale è emersa «un'analisi largamente condivisa fra i libici delle sfide a cui devono fare fronte» ed a «mettere a fuoco queste sfide insieme». Conte si è infine espresso a favore di un cessate il fuoco a Tripoli e disponibile a fornire aiuti per «facilitare le discussioni per l'attuazione dei nuovi assetti di sicurezza che abbiano come obiettivo il superamento del sistema basato sui gruppi armati».
Fonti
[modifica]- Antonella De Gregorio «Libia, Palermo, il premier Conte: «No a soluzioni calate dall’alto». La Turchia abbandona il vertice» – Corriere, 13 novembre 2018.
- Vincenzo Nigro «Libia: conferenza a Palermo: Haftar arriva e incontra Conte. Il premier: "No miracoli o scorciatoie"» – Repubblica, 12 novembre 2018.
- «Conferenza stampa finale» – Palazzo Chigi, 13 novembre 2018.
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