Addio a Charlton Heston, 1924-2008
domenica 6 aprile 2008
Il noto attore statunitense Charlton Heston è morto questa notte a Beverly Hills, in California, all'età di 84 anni. Dal 2002, quando lo annunciò in un messaggio alla televisione, soffriva del morbo di Alzheimer.
Heston, il cui vero nome in realtà era John Charles Carter, nacque nell'Illinois nel 1924 da Lila Charlton e Russell Whitford Carter, un operaio. All'età di dieci anni, i suoi genitori divorziarono e poco tempo dopo, sua madre sposò Chester Heston. La nuova famiglia si spostò nell'agiata Wilmette, Illinois, un sobborgo a nord di Chicago. Heston (questo il suo nuovo cognome) frequentò la New Trier High School. Nonostante nei suoi film non lo si evinca molto, è sempre stato anche molto legato al teatro shakespeariano.
Durante la sua lunga carriera recitò in un centinaio di film, molti dei quali sono diventati grandi "classici" del cinema americano e mondiale.
La sua carriera iniziò già nel 1941 con Peter Gympt, e conobbe inizialmente parti in film di vario genere, come il western Il giuramento dei Sioux del '53. Ebbe però grande fama con i biblici colossal come I dieci comandamenti del '56 nella parte di Mosè, e in Ben-Hur del '59 (ambientato nei tempi dei proto-cristiani), nel quale era il protagonista Giuda Ben-Hur, il che gli fruttò anche l'Oscar. Storica in tutti i sensi la corsa delle bighe, tra le scene più famose della storia del cinema.
Non bastarono poi le parti storiche di tempi "antichi", Heston si avvicinò sempre di più all'epoca moderna. Somigliava in maniera impressionante al grande genio Michelangelo e allora nel '65 lo impersonò in un altro grande successo, Il tormento e l'estasi dedicato sopratutto alla realizzazione della Cappella Sistina. Lo stesso anno partecipò ad un altro colossal americano: La più grande storia mai raccontata, un mega-raduno di celebrità hollywoodiane per la narrazione della vita, morte e Risurrezione di Gesù (John Wayne, per esempio, era il centurione romano). Ma già due anni prima interpretò l'ennesima parte di leader carismatico in I 55 giorni di Pechino dedicato alla rivolta dei Boxers e alla disperata resistenza delle Ambasciate nel 1900. A questi film vanno aggiunti altri come L'infernale Quinlan di Orson Welles, e ancora lavori storici come Il più grande spettacolo del mondo (dedicato al circo Barnum).
La carriera di Charlton Heston conobbe poi una mutazione realmente impressionante: dopo i successi degli anni '50 con i film storici, nel suo progredire nelle epoche storiche passò al futuro con la fantascienza. Era infatti lui Taylor, l'astronauta caduto sulla Terra che nel frattempo diventata del tutto diversa da come la conobbe migliaia di anni prima: era diventata Il pianeta delle scimmie, feroce satira sociale in cui uomini e animali (scimmie antropomorfe) si scambiano ruolo e credenze religiose (basti ricordare come le scimmie discettassero se fossero per caso "loro" a discendere dagli uomini). Il film ebbe un enorme successo, 4 sequel e una serie tv. Heston partecipò al secondo film, L'altra faccia del pianeta delle scimmie che ne costituì il seguito diretto, ma non agli altri tre (anche perché Taylor morì assieme a tutti gli altri con l'esplosione della bomba adorata come Dio dagli esseri umani mutanti), ma Tim Burton lo volle per una piccola parte nel suo remake del primo film, cosa non insolita (in Cape Fear, remake di Promontorio della Paura, compaiono in parti secondarie i protagonisti di quest'ultimo, niente di meno che Robert Mitchum e Gregory Peck).
Ma Heston non si limitò a questa fosca rappresentazione del futuro dell'umanità: in 1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra, in 2022: i sopravvissuti e altri ancora continuò con la sua grinta usuale a lavorare nel settore della fantascienza. In effetti la forte personalità di Heston era talmente evidente, che per Ben-Hur fu in competizione con Kirk Douglas. Quest'ultimo, escluso dal ruolo di protagonista, ebbe proposta la parte dell'arcinemico Messala, ma rifiutò con sdegno e si organizzò per un suo colossal: Spartacus.
Dopo i primi anni '70 venne fuori un'altra fase di Heston, che all'epoca, nel bene e nel male, era il "destino finale" di tanti attori hollywoodiani: il filone catastrofico. Heston fu un assoluto protagonista di uno dei più noti di questi lungometraggi, Airport 75. La battaglia di Midway del '76 merita anch'essa menzione nel filone dei bellici, a dire il vero mai molto frequentato dall'attore. Dopo gli anni '70 anche Heston cominciò ad accusare l'età, e non replicò più i successi dei 20 anni precedenti, limitandosi a parti minori, film TV, camei come nel Planet of Apes del 2001.
In verità l'ultima parte della vita di Heston è stata piuttosto influenzata da altre questioni che non hanno molto a che vedere con il cinema. Della sua vita privata, Heston è sempre stato molto riservato, ma una cosa è stata ben nota: dal 1998 al 2003 l'attore fu anche presidente della NRA, associazione ben nota per la sua azione di lobby a favore delle armi per i privati (in base al ben noto secondo emendamento della Costituzione). Proprio a questo si deve quella che forse è diventata, suo malgrado, l'ultima famosa interpretazione di Heston: il docu-film Bowling a Columbine di Michael Moore, in cui Heston è visto come sponsor della NRA e del mercato delle armi per i civili anche subito dopo massacri particolarmente efferati. Infine è intervistato da Moore, dove gli si chiede esplicitamente il perché della sua attività. Per presentare Heston, che nei suoi film recenti ha spesso usato con perizia armi da fuoco viene anche mostrato un pezzo di 1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra.
Fonti
Wikipedia ha una voce su Charlton Heston.
- «Morto Charlton Heston, una delle ultime leggende di Hollywood» – ANSA, 6 aprile 2008.
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