Bergamo: Bossi attacca Cavour e Garibaldi e chiama alle armi i lombardi

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domenica 26 agosto 2007 Il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, durante un comizio del Carroccio, a Cà San Marco, usa toni di sfida contro il paese, la storia, le istituzioni e l'ormai classico cavallo di battaglia "Roma ladrona".

Le dichiarazioni rilasciate durante il comizio, che porteranno con molta probabilità con se uno strascico di polemiche senza fine, spaziano a tutto campo, con la sola posizione critica:

  • Tasse: «Finora gli è andata bene. Noi padani pagavamo e non abbiamo mai tirato fuori il fucile, ma c'è sempre una prima volta», per poi aggiungere: A Roma pensano: «"Al nord sono un po' pirla. Parlano ma poi pagano, quindi non diamogli niente"». «Se la Lombardia potesse chiudere i rubinetti, l'Italia morirebbe in cinque giorni, perché l'Italia vive con i soldi della Lombardia». Per questo motivo, la protesta fiscale «è una cosa pericolosa per i romanofili e per tutta la banda di chi vive e non paga le tasse». Sull'argomento conclude con un «Finora gli è andata bene. Allo stato italiano interessano solo i nostri soldi».
  • Cavour e Garibaldi: la gente del Nord ha creduto «stupidamente ai Cavour e ai Garibaldi, tutti stronzi. Siamo qui per far nascere quello Stato che doveva nascere con un patto tra Venezia e la classe politica milanese. Oggi tocca a noi fare la Padania che non fu fatta allora. Il destino ci dà questa possibilità e bisogna andare fino in fondo. Noi non ce ne andremo fin quando avremo raggiunto i nostri Parlamenti la nostra libertà, non prima»

Il leader del partito per l'indipendenza del nord Italia non è nuovo a dichiarazioni del genere, oltre che all'incitamento della separazione delle regioni settentrionali dal resto del paese, anche con l'ammainamento del tricolore italiano, durante un comizio diversi anni addietro, che gli costò una condanna per vilipendio ai simboli dello stato.

Fonti