Colpo di stato in Honduras
venerdì 26 giugno 2009
Manuel D'Escoto, presidente dell'Assemblea Generale dell'ONU, denuncia il tentativo di golpe in corso in Honduras ai danni del presidente eletto Manuel Zelaya.
Nel paese centroamericano è in corso uno scontro tra il presidente e i poteri forti, rappresentati dall'esercito, le gerarchie cattoliche e l'élite politica, tra i quali lo stesso partito del presidente. Movimenti popolari, indigeni e sociali si sono schierati al fianco di Zelaya. Oggetto del contendere l'indizione di un referendum popolare per decidere se convocare o meno un'Assemblea Costituente in concomitanza con le elezioni presidenziali di fine anno, ritenute illegali dalle forze golpiste.
Da diversi anni ormai molti paesi sudamericani hanno riscritto la propria costituzione, aprendo a nuove forme di partecipazione popolare per la gestione dello stato, e il presidente honduregno, originariamente eletto da una coalizione di centro-destra, ha abbracciato questa dottrina politica, seguendo l'esempio dei paesi vicini.
Al momento solo l'aviazione militare ha garantito il suo appoggio al presidente, mentre alcuni reparti dell'esercito stanno occupando diverse zone del paese. In alcune zone i movimenti popolari hanno preso il controllo di caserme ed edifici pubblici, con l'intenzione di garantire il normale svolgimento della consultazione referendaria prevista per il 28 giugno 2009.
Fonti
- Gennaro Carotenuto «Colpo di stato in Honduras: il presidente Manuel Zelaya con al fianco i movimenti sociali, resiste» – Latinoamerica, 26 giugno 2009.
- «Honduras, destituiti vertici militari dopo il loro no al referendum di domenica» – PeaceReporter, 25 giugno 2009.
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