Diatriba isole Senkaku, tensione Usa-Cina

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mercoledì 27 novembre 2013

Posizione delle isole (rettangolo giallo e riquadro).

Sale la tensione tra Pechino e Washington dopo che quest'ultima ha deciso di sorvolare con due aerei B-52 le isole nel Mar cinese orientale senza informare prima le autorità cinesi. Azione dimostrativa dettasi necessaria secondo gli americani, dopo che lo scorso sabato la Cina aveva dichiarato unilateralmente di sua pertinenza lo spazio aereo sulle isole Senkaku/Dyaou non tenendo in nessun conto le rivendicazioni del Giappone, storico alleato degli Usa.

Le isole infatti sono attualmente contese dai due Paesi asiatici e da Taiwan, nonostante facciano ufficialmente parte del territorio giapponese dal 1972, dopo che l'amministrazione statunitense le restituì a Tokyo negli accordi successivi alla seconda guerra mondiale. La Cina, tuttavia, ne rivendica la scoperta, l’amministrazione dal XVI secolo al 1895 e dal 1971, la sovranità. Dopo la decisione di Pechino di stabilire una “zona di identificazione per la difesa aerea” che comprende anche le isole contese, il governo giapponese ha mosso una protesta formale informando di fatto gli alleati americani. Il governo cinese ha espresso «forte insoddisfazione» per la decisione del governo nipponico, definendo il gesto come un «comportamento dalle conseguenze imprevedibili». Le compagnie aree giapponesi hanno deciso di rispettare tale zona di identificazione, per tutelare la sicurezza dei propri passeggeri. Infatti ora gli aerei stranieri, per poter sorvolare tale aerea, avranno bisogno di chiari permessi, e la sua violazione non segnalata comporterebbe un intervento dell'aviazione militare cinese.

Gli aerei americani sono decollati dalla vicina base di Guam, violando lo spazio aereo cinese senza preavviso. Successivamente, il Pentagono ha dichiarato che si trattava di aerei disarmati, per non alimentare ulteriormente le tensioni tra i due Paesi. La Cina comunque, non ha fatto seguire nessun intervento di natura bellicosa, limitandosi a prendere atto dell'azione statunitense.

Fonti[modifica]