Esercito turco attacca il Kurdistan iracheno

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sabato 1 dicembre 2007

Dopo settimane di tensione e di dibattito politico, la Turchia invade l'Iraq settentrionale, ovvero il Kurdistan iracheno. Dopo che venerdì scorso il premier Recep Tayyip Erdoğan ha dato il via libera all'Esercito per attaccare le basi curde del PKK, era solo questione di giorni prima che l'offensiva venisse lanciata.

Tuttavia, la notizia apparsa sul sito internet dell'esercito, annunciante l'attacco condotto presso Hakkari contro un gruppo di circa 50 guerriglieri, è al momento smentita dai Peshmerga kurdi, nella persona del loro portavoce Jabbar Yawar. Non è ancora chiaro come le cose siano andate, e se vi sia stato un attacco con forze terrestri o aeree, ma l'esercito della Turchia, uno dei più grandi della regione, ha radunato 100 mila soldati ai confini con l'Iraq già da tempo, e con tali forze contava di contrastare le incursioni del PKK in Turchia, e se necessario anche di effettuare incursioni oltre confine.

In termini politici, l'autorizzazione del presidente Erdoğan è arrivata dopo il nulla osta del Parlamento, dove solo il Dpt filocurdo ha votato contro. Nonostante che gli iracheni firmarono a settembre un accordo antiterrorismo con la Turchia, questo non deve essere sembrato abbastanza ad Ankara per garantire la stabilità della regione. I curdi, uno dei maggiori se non il maggiore tra i popoli privi di uno stato proprio, sono attualmente ripartiti tra Siria orientale, Iran nord-occidentale, Iraq settentrionale e Turchia.

La situazione del Kurdistan iracheno è sempre più critica. Ricco di petrolio, esso ha subito nel tempo il tentativo di Saddam Hussein di arabizzazione, e l'ostilità della Turchia, che circa 10 anni fa lanciò l'ultima di una lunga serie di incursioni su tale territorio. Attualmente gli intendimenti turchi incontrano l'ovvia ostilità degli USA (essendo i curdi un alleato di Washington) e la diffidenza dell'Europa.

Da rilevare il recente potenziamento dello strumento militare di Ankara, specialmente la grossa commessa per elicotteri da combattimento Agusta A129 Mangusta, destinati all'aviazione dell'esercito turco. Questo incremento delle capacità offensive turche con macchine da attacco europee (vendute ad un Paese di fatto in guerra) potrebbe comportare problemi anche di ordine politico. Agli inizi degli anni '90 vi furono infatti molte polemiche allorché armamenti ex-tedeschi (F-4 Phantom e Leopard 1) furono forniti alla Turchia, per il timore che essi venissero utilizzati in azioni militari in Kurdistan.

Fonti[modifica]