Italia: 308 voti contro 321 non-votanti sul rendiconto dello Stato del 2010

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martedì 8 novembre 2011 308 a favore, 1 astenuto, 321 non votanti; nel centro-destra si contano 11 non votanti. A 315 la maggioranza assoluta. È questo il risultato del voto di oggi alla Camera, che ha così approvato il rendiconto dello Stato del 2010, bocciato a ottobre e che portò Berlusconi a chiedere la fiducia.

Subito le opposizioni hanno invocato le dimissioni di Berlusconi. «Rassegni le sue dimissioni e rimetta il mandato al Capo dello Stato [...] Faremo la nostra parte per il Paese. E sia chiaro che sei lei non lo facesse, non oso credere che lei non lo faccia, se lei non lo facesse le opposizioni considererebbero iniziative ulteriori perché così non possiamo andare avanti», ha affermato Pierluigi Bersani (PD). Massimo Donadi, capogruppo alla Camera dell'Italia dei Valori afferma: «Se questo governo fosse un film, saremmo al the end. Berlusconi si faccia da parte e rimetta il Paese in condizioni di sperare. Il governo non esiste da tempo e non si capisce cosa stiano a fare ancora lì. È il momento di mettere da parte i pur legittimi interessi di partito o di posizione per dare all'Italia una maggioranza in grado di affrontare la crisi economica e dare risposte ai cittadini». Roberto Menia di Futuro e Libertà cita lo stesso primo ministro, quando commentò la morte di Gheddafi.

Intanto Berlusconi ha preso atto del voto e, chiesto il resoconto della votazione, ha visionato assieme ai ministri chi lo ha «tradito» astenendosi o non partecipando al voto. Nel PdL l'unico ad essersi astenuto è stato Franco Stradella, che si è giustificato dicendo che si è voluto differenziare dalla sinistra astenendosi formalmente ma partecipando alla votazione. In più ha colto l'occasione per lanciare un appello al presidente del Consiglio affinché allarghi la maggioranza ad altri moderati.

Adesso, Berlusconi, Gianni Letta e Lega Nord stanno facendo una riunione per decidere sul da farsi. Intanto si vocifera che il PdL stia preparando delle bozze per dei cartelloni in vista di un'ipotetica tornata elettorale, la cui possibile data sarebbe il 20 febbraio.

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