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L’immunoterapia protagonista del Nobel per la Medicina 2018

Da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

22 ottobre 2018

James P. Allison e Tasuku Honjo. Sono questi i nomi dei due brillanti immunologi che, dal 1 Ottobre, sono entrati a far parte della ristretta comunità di scienziati che saranno insigniti, il prossimo 10 dicembre a Stoccolma, del premio Nobel per la Medicina, prestigiosa onorificenza ricevuta per via delle loro ricerche e dei loro studi sull’immunoterapia e la lotta al cancro.

Prima di tutto, cos’è l’immunoterapia?

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L’immunoterapia è un tipo di trattamento del cancro che aiuta il sistema immunitario a combattere meglio le cellule cancerose. Nello specifico, si tratta di una terapia biologica, ovvero una terapia che utilizza principalmente sostanze provenienti da organismi viventi. Esistono principalmente due tipi di terapie immunologiche che, a seconda delle circostanze, amplificano, provocano o sopprimono una risposta immunitaria da parte dell'organismo[1].

Chi sono James Allison e Tasuku Honjo?

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James P. Allison nasce nel 1948 ad Alice, in Texas. Ispirato dal suo professore di matematica, inizia la carriera scientifica ad un training-camp estivo finanziato dalla National Science Foundation, alla University of Texas. Nel 1969 si laurea in microbiologia, per poi conseguire nel 1973 un master in scienze biologiche. Successivamente, lavora come assistente biochimico e assistente professore all’MD Anderson Cancer Center, e nel 1985 viene nominato professore di immunologia e direttore del Cancer Research Laboratory di Berkley, in California. Nel 2004 si trasferisce a New York City, dove diventa direttore del Ludwig Center for Cancer Immunotherapy. Dal 2012 è presidente di immunologia all’MD Anderson.
Tasuku Honjo, nasce nel 1942 a Kyoto, in Giappone. Si laurea nel 1966 in Medicina alla Kyoto University, dove nel 1975 riceve il dottorato in Chimica Medica. Si trasferisce negli US per studiare i fondamenti genetici per le risposte immunologiche al National Institute of Child Health and Human Development e dal 1992 al NIH Fogarty Scholar Residence. Inoltre, tra il 1974 e il 1979 è assistente professore alla facoltà di Medicina di Tokyo e professore di genetica alla Osaka University tra il 1979 e 1984. Dal 2005 Honjo è professore del Dipartimento di Immunologia e Medicina Genomica alla Kyoto University.

In cosa consiste la loro scoperta?

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Meccanismi di azione CTLA-4 e PD-1

Allison e Honjo hanno scoperto e provato che è possibile utilizzare il nostro sistema immunitario per combattere il cancro, patologia che solo in Italia nel 2015 (dati ISTAT[2]) è stata la causa del decesso di 1 paziente su 4. L’obiettivo principale del loro studio, è stato trovare un modo per “sbloccare” i globuli bianchi che vengono inibiti da alcuni tipi di tumori, rendendoli così più aggressivi nei confronti delle cellule cancerose. I globuli bianchi in questione, sono linfociti T, i quali però vengono talvolta fermati dal sistema immunitario stesso per evitare il danneggiamento delle cellule normali del nostro corpo, utilizzando dei segnali chiamati checkpoint immunologici. I primi risultati delle ricerche di James Allison risalgono agli anni Novanta: si scopre l’esistenza di un particolare recettore, chiamato CTLA-4, situato sulla superficie dei linfociti, che sostanzialmente riduceva l’attivazione della risposta immunitaria.

Questa l’intuizione avuta da James Allison: sviluppare un anticorpo anti-CLA-4 che, bloccando i segnali di stop, ripristinasse i sistemi di immunosorveglianza. I risultati, già nel 1994 furono sorprendenti, ma risultati ufficiali si ebbero nel 2010, quando venne dimostrato da studi clinici che l’anti-CLA-4 aveva effetti stupefacenti su pazienti affetti da melanoma avanzato. Purtroppo però, le immunoterapie non sono esenti da effetti collaterali, che per quanto riguarda i farmaci che agiscono sul CTLA-4, si manifestano sul 30% dei pazienti soggetti a terapia. Gli effetti collaterali includono: rossore, stanchezza, eruzioni cutanee, ma anche febbre, debolezza e abbassamenti di pressione.

Dall’altra parte dell’Oceano Pacifico, in Giappone, Tasuku Honjo e il suo team alla Kyoto University si stavano occupando di un altro recettore dei linfociti T, chiamato PD-1. Lo sblocco di quest’ultimo, diede risultati sorprendentemente simili a quelli ottenuti da James Allison, nonostante funzionasse con un meccanismo un po’ diverso. Attraverso studi clinici condotti nel 2012, è stata dimostrata l’efficacia di questo trattamento in pazienti affetti da diversi tipi di tumore in stato avanzato, quali ad esempio quello ai reni, ai polmoni, linfoma e melanoma.

Note

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  1. https://www.cancer.gov/about-cancer/treatment/types/immunotherapy
  2. http://dati.istat.it/Index.aspx?DataSetCode=DCIS_CMORTE1_EV#

Fonti

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