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Liberati i militari italiani rapiti in Afghanistan

Da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

lunedì 24 settembre 2007

Mappa dell'Afghanistan: Herāt si trova al confine con l'Iran, ad ovest;
Shīndand è poco a sud ovest e la provincia di Farāh si trova più a sud;

Sono stati liberati i due militari italiani di cui si erano perse le tracce nel corso della giornata di ieri.

Il Ministero della Difesa ha fatto sapere che sono state avvisate le famiglie dei due militari, e che adesso i due connazionali "sono attualmente trattati presso una struttura ospedaliera di ISAF", dato che nel corso del blitz sono rimasti feriti, uno dei due in modo serio: attualmente verserebbe in pericolo di vita per ferite alla testa ed al petto.

Il ministro della Difesa Arturo Parisi ha riferito alle Camere alle 17, confermando anche l'appartenenza degli uomini ai servizi segreti militari.

L'operazione

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La provincia di Farāh; nella cartina è possibile osservare la città di Shīndand (zona del rapimento), e la provincia di Lashkar Gāh, zona a controllo talebano;

Gli ostaggi ed i rapitori sono stati intercettati nella provincia di Farāh, mentre viaggiavano su due veicoli, prima che gli agenti italiani fossero consegnati alle milizie talebane. Il blitz col quale sono stati liberati gli ostaggi è stato effettuato da forze speciali italiane (9° reggimento Col Moschin, mentre non è chiara la presenza di operatori del Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare) ed inglesi (appartenenti allo Special Boat Service), verso le 8 ora locale (4-5 del mattino in Italia). L'opera di ricerca è avvenuta anche grazie all'ausilio degli elicotteri d'attacco A129 Mangusta e degli aerei teleguidati da ricognizione (UAV) RQ-1 Predator, recentemente entrati in servizio. Il ministro Parisi ha anche ricordato l'aiuto dell'intelligence britannica, tedesca e statunitense nell'individuazione degli ostaggi.

Secondo quanto riportato dalla NATO i due ostaggi, rinchiusi nel bagagliaio di un veicolo, sono rimasti feriti e quasi tutti i rapitori sono stati uccisi (nove deceduti, uno forse sopravvissuto). Nello scontro risulta ferito anche un civile afghano mentre l'altro civile sarebbe deceduto; non risultano altri feriti né tra i civili, né tra i militari intervenuti nello scontro.

Non è chiaro se il gruppo di rapitori agisse in autonomia o fosse parte delle milizie talebane; nel primo caso i rapitori avrebbero ceduto o venduto gli ostaggi ai gruppi talebani presenti nella provincia, rendendo molto più difficile una eventuale liberazione degli italiani. I due sottufficiali dell'esercito sono agenti del SISMI, ed erano impegnati vicino al confine iraniano nella zona di Shīndand in un pattugliamento con le forze di polizia afghana.

La provincia di Farāh è sotto il controllo del comando italiano, ed essendo prossima alla provincia di Helmand, da alcuni mesi subisce infiltrazioni di talebani, con un aumento del pericolo nella zona. In passato è stata teatro di altri scontri a fuoco e bombardamenti ed oggi, a poche ore di distanza dalla liberazione degli ostaggi, ha visto la morte di due soldati spagnoli e di un interprete ed il ferimento di altri due soldati a seguito di una esplosione nella zona sotto il comando italiano.

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Fonti

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