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Libia: attentato al consolato statunitense, ucciso l'ambasciatore

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sabato 15 settembre 2012

L'ambasciatore Christopher Stevens, ucciso l'11 settembre scorso nell'attacco al consolato statunitense di Bengasi

Quattro giorni fa, il consolato statunitense a Bengasi (Libia) ha subito un violento attacco da parte di forze della milizia Ansar Al-Sharia in risposta alla conferma da parte di Ayman al-Zawahiri della morte, avvenuta per mano statunitense, di Abu al-Libi, numero due del ramo libico di Al Qaida, nonché in seguito alla distribuzione del film Innocence of Muslims, ritenuto offensivo e dissacrante nei confronti del profeta islamico Maometto.

Nell'attentato hanno perso la vita l'ambasciatore degli Stati Uniti in Libia Christopher Stevens, due marines, e un impiegato del consolato. Proteste di entità minore si sono verificate anche in Egitto, al Cairo, dove i manifestanti hanno scalato i muri dell'ambasciata statunitense e hanno abbattuto la bandiera a stelle e strisce per poi bruciarla e sostituirla con quella nera islamica. Successivamente, tuttavia, le manifestazioni di protesta si sono propagate anche in altri Paesi islamici, tra cui lo Yemen. A seguito di questi fatti, il governo degli Stati Uniti ha predisposto l'invio il Libia di 200 marines e un'offensiva con l'uso di droni; ha anche ordinato il trasferimento del personale diplomatico da Bengasi a Tripoli.

Il primo ministro libico, Muṣṭafā Abū Shāqūr, ha condannato l'attacco dicendo: «Pur condannando con fermezza ogni tentativo di offendere la persona di Maometto, ogni insulto ai nostri luoghi santi e ogni pregiudizio contro la nostra fede, rifiutiamo e condanniamo fermamente l'uso della forza per terrorizzare e uccidere persone innocenti». Ha comunque ribadito «la profondità del rapporto tra Libia e Stati Uniti, intensificatisi con la presa di posizione del governo degli Stati Uniti a sostegno della rivoluzione del 17 febbraio».

Muḥammad Yūsuf al-Maqariyaf, presidente della Congresso Generale Nazionale della Libia, ha detto: «Presentiamo le nostre scuse agli Usa, al popolo americano e al mondo intero; […] dobbiamo opporci in modo inequivocabile a questa violenza senza senso che è costata la vita di servitori dello Stato».

Fonti

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