Processo G8: avanti anche senza molotov; si procederà per la loro scomparsa?

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giovedì  25 gennaio 2007

Un'immagine degli scontri durante il G8 di Genova

Nel corso dell'udienza di oggi, il Tribunale di Genova ha respinto l'istanza avanzata dai difensori - tra i quali spicca il nome di Alfredo Biondi, parlamentare di Forza Italia - degli agenti dei funzionari di Polizia imputati che - sulla base della scomparsa di due bottiglie molotov, prove d'accusa nel procedimento - invocava l'annullamento di almeno parte del processo in corso contro i loro 29 assistiti, imputati di gravi reati consumati ai danni dei manifestanti, quali falso, lesioni e calunnia, prospettando - addirittura - una messa in discussione della validità dell'intero procedimento.

Respingendo la richiesta della difesa, il Presidente del Tribunale, Gabrio Barone, ha reso note le risultanze dell'indagine condotta dal questore Salvatore Presenti il quale, in una risposta scritta sollecitata dai Pubblici Ministeri Francesco Cardona-Albini ed Enrico Zucca, ha dato per certo che le molotov siano da considerare - se non addirittura distrutte - comunque irrimediabilmente perdute.

La non ricuperabilità materiale dei corpi di reato - custoditi in Questura e in locali teoricamente accessibili per un certo periodo ad almeno uno degli imputati, il dirigente Digos Spartaco Mortola - tuttavia, non è stata sufficiente a convincere la Corte ad accogliere le tesi difensive, che sono state rigettate spiegando come le due bottiglie molotov fossero ormai già incluse nei fascicoli del Processo durante il quale, in aula, un testimone aveva inoltre già effettuato dichiarazioni giurate sui movimenti delle stesse e come esse fossero state ampiamente referenziate da altri testimoni e dai consulenti tecnici che le avevano esaminate.

Il presidente Barone ha inoltre stigmatizzato duramente il comportamento della Questura di Genova, evidenziando come sia impossibile smarrire o addirittura distruggere corpi di reato di importante valenza se non per dolo o per colpa, non escludendo provvedimenti contro i responsabili della loro custodia; a tale proposito il PM Zucca ha chiesto l'apertura di uno specifico procedimento giudiziario, ricordando come Mortola fosse in servizio presso la questura genovese proprio nel periodo - individuato da Presenti - nel quale le molotov sarebbero state distrutte. Lorenzo Guadagnucci, parte lesa nel processo, giornalista de Il Resto del Carlino malmenato e gravemente ferito durante l'assalto alla Diaz, ha dichiarato: «Questo episodio della sparizione delle bottiglie molotov è scandaloso perché è l'ultimo di una serie di boicottaggi operati dalla polizia di Stato contro il normale esercizio dell'azione giudiziaria».

Lo scorso 17 gennaio 2007, i difensori degli agenti e funzionari di Polizia imputati nel Processo, relativo all'irruzione delle forze dell'ordine nella scuola Diaz del 21 luglio 2001 che - nel quadro dei tragici fatti del G8 di Genova - provocò oltre 60 feriti tra i giornalisti e manifestanti presenti, alcuni dei quali molto gravi, avevano richiesto l'esibizione in aula di due bottiglie molotov che la Polizia stessa aveva mostrato quale prova per giustificare il proprio intervento, sostenendo fossero state nel frattempo smarrite. Grazie ad un filmato dell'emittente locale genovese "Primocanale", tuttavia, i Pubblici Ministeri avevano accertato - grazie anche alla testimonianza di un agente di Polizia - che esse erano state sequestrate non presso la scuola, come sostenuto dai dirigenti di PS, ma erano state rinvenute diverse ore prima in una traversa di Corso Italia e quindi trasportate presso la Diaz dopo l'irruzione oggetto del processo al fine di farle apparire come rinvenute in loco. I difensori intendevano far leva sulla scomparsa delle molotov al fine di invalidare in tutto o in parte il procedimento in corso a carico dei loro assistiti.

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