Prodi si è dimesso, cade il Governo

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mercoledì 21 febbraio 2007

Il premier dimissionario, Romano Prodi

Il Presidente del Consiglio Romano Prodi si è dimesso. Dopo la sconfitta al Senato, dove il documento presentato dall'Unione riguardo la linea del Governo in politica estera è stato bocciato per soli 2 voti (160 erano quelli necessari, solo 158 quelli raggiunti), il Presidente del Consiglio ha presentato le proprie dimissioni al Capo dello Stato Giorgio Napolitano, che, secondo la prassi, si è riservato il diritto di decidere in merito.

La giornata era stata costellata da accese discussioni parlamentari sulle problematiche di politica estera, le cui linee guida del Governo sono state illustrate dal ministro degli Esteri e vicepremier Massimo D'Alema. La sconfitta è dovuta al mancato voto di due senatori eletti, Fernando Rossi e Franco Turigliatto, in dissenso per alcuni aspetti della politica estera del governo, dalle astensioni di alcuni senatori a vita Giulio Andreotti e Sergio Pininfarina e ai voti contrari di Francesco Cossiga e di Sergio De Gregorio, che precedentemente avevano votato la fiducia al governo. Un potenziale voto in meno è venuto a mancare da parte di Oscar Luigi Scalfaro, che non ha potuto partecipare alla seduta a causa di una influenza.

Il Presidente della Repubblica aprirà domani le consultazioni, chiamando al Quirinale i presidenti di Camera e Senato, i segretari dei partiti, i presidenti dei gruppi parlamentari, gli ex-presidenti della Repubblica, per valutare la situazione in Parlamento. Nel frattempo l'opposizione guidata da Silvio Berlusconi chiede nuove elezioni, mentre Marco Follini si dimostra più possibilista riguardo un allargamento della attuale maggioranza e Pier Ferdinando Casini, ricordando che "ormai ci sono due opposizioni", afferma che "è necessaria una tregua" [1].

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Fonti

  1. vedi articolo de la Repubblica.it, Berlusconi: "Governo indecente, vada via", Casini frena: "E' necessaria una tregua"