Russia: si inizia a respirare ma i roghi danno solo una tregua

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mercoledì 11 agosto 2010

Voronež nei giorni scorsi

La pioggia notturna ha pulito un po' l'aria a Mosca. Lo smog si è leggermente diradato. La televisione di Stato praticamente legge ogni giorno un vero e proprio bollettino di guerra. Vi sono incendi in 14 regioni. In alcuni villaggi vicino a Čeboksary si gira con la maschera anti-gas. A Kirov si sono contati 400 roghi. «È come essere in guerra», si è lasciata sfuggire un'anziana donna disperata davanti alle telecamere.

I russi paiono essere stati presi in contropiede da questa emergenza. Sono privi dei mezzi tecnologici più moderni per avere ragione del fuoco. Le immagini televisive sono eloquenti: volontari e pompieri brandiscono rami di alberi o manichette di dimensioni minuscole. L'acqua è sempre lontana, e mancano i bulldozers per scavare i sentieri anti-fuoco.

Il nuovo incubo si chiama, tuttavia, Černobyl'. Nei boschi di Brjansk al confine con l'Ucraina, dove nel 1986 la nube atomica proveniente dalla centrale lasciò la terribile traccia del suo passaggio, sono 12 gli incendi scoppiati. Ben 3,9 mila ettari di terreno riguardano l'area inquinata. Greenpeace Russia sostiene, però, che i problemi saranno solo locali.

Fonti[modifica]