Sarà abbandonata la base italiana in Antartide nel 2005

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28 ottobre 2005

Cartina dell'Antartide

I tagli imposti dalla finanziaria del ministro Tremonti, porteranno alla chiusura della base scientifica italiana in Antartide.

Carlo Alberto Ricci, presidente della Commissione scientifica nazione per l'Antartide, annuncia quasi incredulo: «Dall'anno prossimo abbandoneremo la base in Antartide. Senza il finanziamento di 30 milioni di euro cancellato dalla legge Finanziaria non abbiamo scelta: tagliate le risorse non si potrà lavorare». Il provvedimento metterà la parola fine alla ventennale presenza italiana nelle terre polari. La presenza italiana in Antartide è sempre stata un buon investimento sia scientifico sia economico, in vista del Trattato sullo sfruttamento dell'Antartide. Il provvedimento ha creato anche un disappunto internazionale, visto il contesto in cui gli scienziati italiani erano inseriti, collaborando a progetti con altre nazioni antartiche.

Il governo aveva dimostrato un atteggiamento totalmente diverso, tanto che il ministro Letizia Moratti sottoscriveva il 4 ottobre scorso un piano di cooperazione decennale con il collega francese Françoise Goulard, che garantiva il futuro della base franco-italiana da poco sostituita, la Dome C-Concordia. Il nuovo insediamento ha un costo di 40 milioni di euro, di cui la metà sono a carico dello stato italiano. Questa nuova base dista 1200 km dalla prima base italiana costruita a Baia Terra Nova nel 1985.

Fonti[modifica]