Scienziati americani usano microbollicine come bit per operazioni logiche
giovedì 1 marzo 2007
La necessità di identificare rapidamente la natura delle sostanze chimiche a partire da tracce microscopiche spinge da anni verso la realizzazione di veri e propri laboratori su un chip. In questi dispositivi tutti i processi di estrazione della sostanza, l'analisi chimica e tutti i processi logici necessari alla sua identificazione si trovano integrati su un unico microchip.
Nel numero della scorsa settimana di Science, Manu Prakash e Neil Gershenfeld del MIT hanno presentato una dimostrazione sperimentale del fatto che è possibile far compiere le operazioni logiche (solitamente di competenza di un computer) a delle micro bollicine inserite nel liquido che contiene la sostanza chimica da analizzare. Questo è possibile sfruttando un complesso sistema di micro canali nelle cui intersezioni si verificano fenomeni non lineari che, opportunamente organizzati, possono comportarsi come le porte logiche presenti nei circuiti elettronici.
Questo risultato permetterà di rendere i sistemi di analisi chimica estremamente più compatti e, in linea di principio, di realizzare dispositivi miniaturizzati che possono testare su una data sostanza un gran numero di reagenti (ad esempio per scoprire la presenza di droghe).
Fonti
- [EN] – Manu Prakash e Neil Gershenfeld «Microfluidic Bubble Logic» – Science, 12 febbraio 2007.
- [EN] – Prachi Patel-Predd «Discovering Drugs with Bubbles» – Thechnology Review, 13 febbraio 2007.