Si è concluso il primo match fra Prodi e Berlusconi

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15 marzo 2006

Bandiera italiana
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Si è concluso il primo confronto fra Silvio Berlusconi, leader della Casa delle Libertà, candidato premier e attuale Presidente del Consiglio, e Romano Prodi, candidato premier dell'Unione. Secondo i primi commenti, il bolognese è riuscito ad essere leggermente più convincente del leader di Forza Italia, che, dopo la trasmissione, è stato criticato anche dagli esponenti più illustri della propria coalizione.

Si è trattato di un confronto civile, pacato, senza attacchi personali e nel rispetto delle regole, pur non mancando lo scontro fra i due esponenti politici a caccia di voti fra gli indecisi.

Le domande hanno riguardato gli argomenti più disparati, dalle tasse alle opere pubbliche, dall'euro alle politiche sul lavoro, pur mancando i temi "caldi" di questa campagna elettorale, come la giustizia, la devolution, i fatti di Milano e l'affare Spiagate.

Ci si aspettava che fra i due leader vi fossero scintille, ma i due, visibilmente emozionati all'inizio della trasmissione, hanno evitato di giungere allo scontro in campo aperto: Berlusconi, per esempio ha evitato di dire la parola "comunisti", come ha più volte fatto nel corso della campagna elettorale, pur non evitando di dire, ogni volta che doveva rispondere a Prodi, che le parole del leader dell'opposizione erano solo menzogne. Dal canto suo, Prodi ha preferito dare agli italiani un atteggiamento serio ma deciso nel controbattere alle risposte del suo avversario, riuscendo a non sforare i propri tempi, a differenza di ciò che ha fatto Berlusconi, che si è più volte dilungato oltre i tempi previsti. Dopo una prima parte in cui i due contendenti sono stati molto prudenti, il bilancio della trasmissione si è rivolto favorevolmente verso Prodi che è riuscito a sfruttare più proficuamente dell'avversario il breve tempo a disposizione: infatti il premier, concludendo, ha laconicamente affermato di "non essere riuscito a spiegare bene".

Buono anche l'arbitraggio di Clemente Mimun, che si è dimostrato giusto, ma forse troppo morbido nel far rispettare i tempi.

I temi affrontati nel dettaglio

Tasse. La prima domanda, rivolta a Prodi, riguardava il problema delle tasse e dei conti pubblici. Prodi ha immediatamente affermato che, nella stesura del programma, l'Unione ha provveduto a calcolare il modo per abbassare nei primi cento giorni il cuneo fiscale, e di voler abbassare la tassazione sul lavoro, cancellando la riforma Biagi, molto contestata dal centrosinistra per la questione precarietà. Il premier ha risposto che la CdL ha abbassato le tasse, mentre i conti pubblici sono stati promossi dall'Ecofin. Il premier ha anche attaccato Prodi per la cattiva gestione dei conti pubblici che il centrosinistra avrebbe fatto prima del 2001, ma Romano Prodi si è saputo difendere bene con una battuta ("andando avanti così, il buco del bilancio sarà dovuto a Garibaldi!").
Euro. La seconda domanda riguardava l'Euro, ed è stata rivolta per primo a Berlusconi: il premier ha sottolineato che il suo governo ha lavorato nel tentativo di contenere l'inflazione attraverso accordi con le grandi catene di distribuzione, ma gli accordi sono stati vanificati dal fatto che il 70% del commercio italiano è in mano a piccole aziende, incontrollabili da questo punto di vista. Prodi ha risposto che l'esecutivo non ha, in realtà, fatto nulla per calmierare i prezzi e ha ribattuto a chi lo accusa di aver accettato un rapporto di cambio lira/euro troppo basso e che bisognava fare un cambio di un euro per 1.500 lire, che a ai tempi in cui venne fissato il cambio gli Italiani non volevano un cambio troppo alto, in quanto avrebbe causato problemi alle esportazioni e avrebbe fatto affondare il Paese e che il cambio era stato inizialmente accolto con estremo favore, per poi venir considerato inaccettabile solo successivamente dal nuovo governo.
Immigrazione. Berlusconi, riprendendo dalla cronaca il fatto che vi siano lunghe file di immigrati che tentano di regolarizzarsi, ha affermato che la politica del governo è stata ottima, come dimostrano appunto le code, perché gli immigrati vogliono regolarizzarsi. Prodi smetisce, affermando che le code dimostrano che la politica del governo è stata disorganizzata. Immediata la replica di Berlusconi: "Quelli in fila sono clandestini che voi avete fatto entrare".
Grandi opere. Prodi ha accusato il governo di non aver concluso le opere che ha iniziato, lasciando al Paese soltanto dei debiti. Berlusconi, dal canto suo, ha detto che il centrosinistra non vuole alcun opera pubblica. Secca smentita di Prodi, che ha ribadito di volere continuare l'impegno di questo governo, ma nel rispetto delle realtà locali.
Scuola. Berlusconi ha difeso la riforma Moratti, mentre Prodi ha attaccato l'avversario ritenendo inconcepibile che un bambino sia costretto a scegliere il proprio futuro già a tredici anni, e ha accusato il centrodestra di indebolire il sistema dell'istruzione tecnica.
Conflitto di interessi. Il premier, interrogato a proposito, ha affermato di non sentire il peso del conflitto di interessi, e che, mentre si trattava la questione, è uscito dalla Sala proprio perché non voleva intromettersi in faccendfe che potevano riguardarlo. Secca la smentita di Prodi, che gli ha ricordato che il conflitto d'interessi è severamente regolato in tutto il mondo, a differenza che nel nostro Paese. Nella sua replica, Berlusconi ha ricordato il presunto connubio fra coop e politica, ma Prodi non ha raccolto la sfida, ricordando che, nelle liste di Forza Italia ci sono molti uomini-Fininvest.
Rapporti con i sindacati. Prodi ha seccamente smentito la politica del governo, affermando che i contratti e le decisioni si prendono di concerto con i sindacati. Replica di Berlusconi: il governo ha tentato di giungere ad un accordo con i sindacati, ma si è trovato di fronte un muro politico.
Conclusioni. Nell'appello finale, Berlusconi si è scusato per non essere riuscito a spiegarsi agli italiani, ma ha ribadito che il 9 aprile non ci sarà un mero scontro fra lui e Prodi, bensì lo scontro fra l'Italia della libertà e dello Stato leggero, contro quella dell'Unione e dei partitini. Risposta di Prodi: Anche il centrosinistra è fautore dello Stato leggero, e ha sottilineato che il premier predica bene e razzola male, sostenendo che i dipendenti di Palazzo Chigi, negli ultimi anni, sono fortemente aumentati. In conclusione, Prodi ha assicurato che, una volta al governo, farà di tutto per rendere felici tutti gli italiani.


Prossimo appuntamento fra i due leader, il 3 aprile.

Fonti