Si avvicina la guerra in Siria

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martedì 27 agosto 2013

La NBC ha riferito oggi pomeriggio che il governo statunitense sarebbe intenzionato ad iniziare una serie di attacchi mirati sul territorio siriano già da giovedì, per una durata stimata di tre giorni. Pochi giorni fa gli Stati Uniti hanno schierato nel Mediterraneo orientale la decima flotta, composta da quattro navi cacciatorpediniere.

Ieri sera alle ore 20.30 in Italia (le 14.30 a Washington) il segretario di stato John Kerry ha annunciato in una breve conferenza stampa che il regime di Assad ha utilizzato armi chimiche e che il suo impiego non resterà impunito. Kerry fa riferimento in particolare all'ultimo attacco, avvenuto il 21 agosto in alcune località alla periferia di Damasco. Nella località di Ghouta, nella zona est della capitale, sono anche arrivati gli ispettori delle Nazioni Unite incaricati di verificare l'uso di queste armi (vietate dalla convenzione di Parigi del 1997, a cui tuttavia la Siria non ha mai aderito): il governo siriano però ha negato per cinque giorni l'autorizzazione a recarsi sul posto. Questa sarebbe la prova che ha convinto gli Stati Uniti della responsabilità di Assad, che avrebbe utilizzato i giorni restanti per eliminare ogni prova dell'impiego di gas sarin.

Proprio a maggio di quest'anno però Carla Del Ponte, membro della commissione indipendente d'inchiesta UNHCR sulla Siria, aveva annunciato che i ribelli erano in possesso di armi chimiche e che c'erano prove mediche che il gas nervino sarin fosse stato utilizzato da questi ultimi, mentre non hanno trovato prove che fossero utilizzate dalle forze governative.

Da oltre due anni la Siria è sconvolta da una guerra civile che vede opposto il governo di Bashar al-Assad, il presidente al potere dal 2002, e una fazione ribelle nata dalle proteste del 2011 della primavera araba. Da tempo il presidente statunitense Barack Obama ha chiesto al presidente siriano di lasciare il paese e in più occasioni ha ribadito che un eventuale superamento della linea rossa, ossia l'utilizzo di armi non convenzionali contro la popolazione civile, non sarebbe rimasto senza conseguenze. Il premier inglese David Cameron è tornato in anticipo dalle proprie vacanze estive e ha convocato prematuramente il parlamento per giovedì 29, con l'intenzione di discutere l'intervento bellico.

Questa mattina il ministro degli esteri italiano Emma Bonino ha riferito alle commissioni esteri di Camera e Senato la posizione dell'Italia sulla situazione siriana. Come ribadito ieri sera da un comunicato di Palazzo Chigi, il ministro ha espresso lo sconcerto per la strage di innocenti, ma ha annunciato che l'Italia non parteciperà a nessuna missione militare che non sia avallata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Appare improbabile che il consiglio possa pronunciarsi a favore di un gesto simile, in considerazione del fatto che nelle ultime discussioni in merito Russia e Cina - che hanno diritto di veto su ogni decisione in quanto membri permanenti - si sono opposte ad ogni intervento armato.

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