Un nuovo ostacolo per i giovani avvocati

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lunedì 22 dicembre 2014 Con una P.E.C. posta elettronica certificata inviata alla vigilia di Natale a circa 40.000 professionisti forensi, nella maggioranza giovani, sono stati comunicati i nuovi costi che si troveranno ad affrontare per continuare a svolgere la professione.

Si tratta solo di uno dei tanti problemi che alimentano la questione generazionale o "conflitto generazionale".[1]

In base al nuovo regolamento approvato dalla Cassa forense ai sensi della L. 247/2012 art. 21 c. 7 e 8, si chiede ai professionisti con basso reddito che fino ad ora erano iscritti alla Gestione separata INPS di iscriversi alla Cassa versando i minimi previsti dal nuovo regolamento che assommano ad oltre 3.600 euro per un reddito da zero a 10.300 euro.

Si tratta di una forma di tassazione regressiva del reddito da lavoro, con aliquota contributiva pensionistica di finanziamento che va dal 35% all'infinito quando l'art. 53 della Costituzione prevede una tassazione progressiva dei redditi.

Tale norma è una conseguenza della riforma delle pensioni Fornero che ha cercato di introdurre per tutti i liberi professionisti il calcolo della pensione di vecchiaia con il metodo di calcolo contributivo a capitalizzazione simulata sulla crescita.

Infatti i contributi obbligatori per le assicurazioni obbligatorie sono un tributo che viene pagato ad un organismo di diritto pubblico quale è la Cassa forense.

Questi aumenti dei tributi servono per pagare le pensioni degli avvocati visto che la gestione avviene con il sistema pensionistico senza patrimonio di previdenza impropriamente detto a "ripartizione".

Sistema pensionistico quello degli avvocati che rientra in quello che il prof. Tiziano Treu, Commissario straordinario dell'INPS, ha definito un "bengodi degli anziani professionisti sulle spalle dei giovani professionisti".[2]

La generazione passata di pensionati appartenenti alle casse del D.Lgs. 509/1994 è riuscita infatti a prendere pensioni che sono anche a sette volte superiori ai contributi versati lasciando un elevato debito pensionistico latente alle generazioni attive.[3]

Sono i risultati del modello previdenziale corporativo su cui si fonda il sistema pensionistico italiano.

Una volta espulsi gli avvocati a basso reddito resta il tema della adeguatezza delle pensioni per i lavoratori attivi; le simulazioni di pensione con un tasso di crescita assolutamente irrealistico del 2% prevedono un tasso di sostituzione lordo per i nati del 1985 del 33%.[4]

Ma con i redditi in picchiata avranno i lavoratori la capacità e la voglia di onorare debiti imposti per legge in situazioni economiche totalmente diverse? Il sistema pensionistico è a ripartizione, non vi è l'accumulo di un patrimonio di previdenza. I diritti acquisiti non esistono e sono oneri imposti dalla politica.[5]

Solo un paio di anni fa, per la prima volta la pensione media degli ingegneri e degli architetti, ha superato il reddito medio degli ingegneri ed architetti attivi.

Non era mai accaduto.

La riforma delle pensioni Fornero ha avviato la transizione verso il modello previdenziale universale aumentando i costi e diminuendo le aspettative pensionistiche ma il traguardo richiede ancora molte riforme strutturali e non.

Renzi è a conoscenza che gli interventi nella legge di stabilità hanno peggiorato la situazione per i giovani architetti ed avvocati.[6]

Fonti[modifica]

Note[modifica]

  1. Gli Stati Generali, fonte cit., La questione generazionale è in Italia una questione strutturale, nel senso tecnico del termine. La questione dei contratti di lavoro, delle modalità dei contratti di lavoro, della previdenza, della mancata rappresentanza dei sindacati, delle Partite Iva e dei lavoratori atipici, dei sindacati che non rappresentano alcuni milioni di lavoratori – che coincidenza: quelli con meno diritti – sono questioni che combaciano con la cosiddetta questione generazionale.
  2. Italia Oggi, fonte cit., bengodi degli anziani professionisti sulle spalle dei giovani professionisti
  3. Il Sole 24 Ore, fonte cit., «Il pensionato in causa – spiega – ha versato 102.396 euro di contributo soggettivo e, considerando anche quello integrativo, ha versato in tutto 175.018 euro di contributi, attualizzati al 2006. Finora ha riscosso 339.962 euro di pensione, il doppio di quanto ha versato. In base alla sua speranza di vita riscuoterà altri 963.967 euro per un totale di 1.303.929 euro: ossia 7,45 volte i contributi versati»
  4. MEFOP, fonte cit., p. 25 il tasso di sostituzione lordo per i nati nel 1985 sarà del 33% con un tasso di crescita del 2%
  5. Il Corriere della Sera, fonte cit.
  6. Il Sole 24 Ore 2, fonte cit., «La legge di stabilità - ha spiegato Renzi - ha un punto problematico sui temi delle partite Iva: abbiamo ridotto al settore le tasse di circa 1 miliardo per 1 milione di destinatari ma il meccanismo ha un effetto che fa molto arrabbiare i giovani nella suddivisione di questi soldi. Il giovane avvocato o architetto ha qualche difficoltà in più essendo stato alzato il contributo sociale»