Viaggio umanitario del C.I.S.S. in Libano

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giovedì 31 maggio 2007

Partiti da Canelli (AT) con un furgone Iveco della concessionaria Garelli di Asti grazie all'interessamento del dott. Franco Oriolo, dirigente Iveco a Torino, dopo una breve sosta a Taranto per un ulteriore carico ci siamo imbarcati a Brindisi per Igoumenitsa in Grecia dopo aver pagato una onerosa somma per il furgone. Attraversata la Grecia in circa 16 ore siamo arrivati alla frontiera turca dove abbiamo dovuto ugualmente versare una non indifferente cauzione per il carico. Dopo 22 ore di viaggio ininterrotto siamo arrivati al confine turco-siriano e rimandati indietro per la chiusura della dogana. Antiochia in Turchia conserva sempre un suo fascino particolare abbarbicata come è sul fianco di ardite montagne rocciose. Altra cauzione onerosa in Siria con strane supertasse per i possessori di motori diesel. Nel primo pomeriggio entriamo nel magico paesaggio orientale con le dune desertiche dipinte di rosa ed i monumentali ritratti dell'attuale presidente e del padre, la gente però non sembra farci caso. Si nota una cordialità diffusa con molteplici segni di simpatia e gentilezza, molti i punti internet e le ragazze con il velo non sono molto frequenti.

Personale dell'associazione a Beirut

Purtroppo per questioni doganali per noi incomprensibili appena entrati in Siria abbiamo ricevuto una scorta armata che ci ha accompagnati direttamente alla frontiera libanese raggiunta verso le ore 24, anche qui per chiusura degli uffici abbiamo dovuto pernottare in dogana sul furgone aiutati molto dall'ospitalità del personale doganale gentile all'inverosimile.In tarda mattinata siamo entrati a Beirut sud dove sono molto visibili i segni dell'ultimo bombardamento israeliano con notevoli case distrutte, i ponti tutti inservibili e molte strade con enormi voragini causate da bombe.

Una parte della popolazione dei quartieri orientali della città ci è subito sembrata ostile. I 3 giorni successivi sono trascorsi visitando ospedali e centri della salute nel sud del Libano dove abbiamo fatto base a Tiro bellissima città balneare con numerosi resti romani. I soldati dell'UNIFIL sono ovunque e per arrivare qui i posti di blocco non si contano, e alcuni di questi sono controllati dalle forze Hezbollah. Notiamo un'ottima assistenza dei paz, specie se indigenti per la gratuità dei servizi medicine incluse. Qualche ospedale è stato anche donato da alcuni stati arabi come l'Iran, il Kuwait e l'Arabia Saudita.

Non c'è nessun aiuto visibile da parte dei paesi occidentali anche se i nostri amici libanesi ripetono che l'Europa coopera per progetti sanitari e sociali. Simpatica la visita al nostro contingente di stanza a sud di Tiro con momenti toccanti. Molto più drammatica la visita poco dopo di un campo profughi che ospita oltre 10 000 persone con l'accesso alle strade sbarrato.

Nel ritorno a Beirut purtroppo abbiamo assistito ad una sparatoria nel quartiere dove eravamo ospiti per cui ci è stato vivamente consigliato di non uscire di casa per tutta la permanenza in città. Durante il viaggio compiuto con Vincenzo Leone, cardiologo a Taranto e Guido Imanon, manager marketing a Torino, abbiamo tenuto 5 collegamenti in diretta con Radio Veronica One di Torino. Tutti gli obiettivi posti sono stati raggiunti riuscendo a scaricare nell'ospedale pubblico di Tiro presso l'associazione volontaria di assistenza sanitaria il materiale consistente in 2 apparecchi radiologici portatili completi, un defibrillatore, una centrifuga, una lampada scialitica per sala operatoria, 9 computer, 8 carrozzelle e numerosi farmaci. Se non avessimo guidato ininterrottamente giorno e notte non avremmo potuto farcela nel tempo stabilito di 14 giorni.

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