Zimbabwe: dilaga l'epidemia di colera, oltre 91mila le persone infettate
martedì 21 aprile 2009
Non si placa la morsa dell’epidemia di colera scoppiata nell’agosto scorso nelle aree rurali dello Zimbabwe. Da allora, la malattia ha ucciso più di 4000 persone e ne ha infettate oltre 91.000. Ad aggravare la situazione, la scarsa conoscenza della malattia e il fallimento del tentativo di adeguare le usanze locali alle severe norme igieniche necessarie per tenere a freno il morbo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha registrato, recentemente, un rallentamento dell’incidenza di nuovi casi, ma l’allarme resta alto: «Il rischio di una nuova insorgenza è reale» spiega.
Tra le cause del diffondersi del colera nelle campagne del paese, il malfunzionamento delle cliniche o la loro completa assenza: i malati per curarsi devono spesso affrontare dei veri e propri viaggi per raggiungere cure mediche appropriate, e sono tanti a morire durante il tragitto. Sekai Chapwanya, che assiste i malati di Hiv/Aids in una comunità nei pressi di Musana, ha esortato i funzionari del governo a organizzare delle campagne di educazione al colera: «La maggioranza della popolazione che vive nelle comunità rurali non ha una conoscenza di come prevenire il colera nel modo più adeguato».
Per far fronte all’emergenza e per avviare un’opera di informazione sistematica in tutte le aree colpite dall’epidemia, l’Unicef è in prima linea attraverso i suoi operatori umanitari: «Stiamo anche fornendo materiale non alimentare per la promozione di standard d’igiene nelle aree colpite dal colera, inclusi saponi e secchi usati per la clorurazione, fornendo allo stesso tempo reidratazione orale ed endovenosa.» ha spiegato Tsitsi Singizi, portavoce del Fondo per i Bambini dello Zimbabwe. Ma combattere la diffusione del morbo non è un’impresa facile, soprattutto durante la stagione delle piogge. I villaggi dipendono dall’acqua dei fiumi per bere, cucinare e lavarsi. In aggiunta, spesso l’acqua viene contaminata direttamente dagli escrementi, lasciati nei dintorni delle acque per uso domestico. I pozzi quasi non ci sono: quelli scavati molto tempo fa sono rotti, senza nessuno in grado di ripararli. La povertà e la mancanza di accesso alle risorse delle popolazioni rurali chiudono il cerchio: «Le campagne non sono state risparmiate dal crollo economico, e ciò le rende particolarmente suscettibili, poiché i centri sanitari non funzionano, le strade sono in condizioni rovinose e la popolazione di queste aree ha un basso tasso di alfabetizzazione.» sottolinea Innocent Makwiramiti, economista di Harare.
La sfida, ora, è riuscire ad evitare le reinfezioni. Il colera, infatti, è una malattia che se presa in tempo si cura con facilità, i problemi nascono dalle alte percentuali di recidiva dovute alla mancanza di acqua decontaminata. Ed è sull’obiettivo di fornire a tutta la popolazione acqua potabile che si stanno indirizzando molti degli sforzi della comunità internazionale, a cominciare dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Un video delle condizioni della popolazione nello Zimbabwe su forgottencrisis.blogspot.com (blog personale, senza scopo di lucro, realizzato da studenti della facoltà di Scienze della Comunicazione dell'università La Sapienza di Roma)
Fonti
[modifica]- CNN Stephanie Busari «WHO: 60,000 at risk of cholera in Zimbabwe» – CNN, 13 gennaio 2009.
- agenzia redattore sociale «Dilaga l'epidemia di colera nelle aree rurali dello Zimbabwe» – Redattore Sociale, 20 aprile 2009.
- agenzia redattore sociale «Dilaga l'epidemia di colera nelle aree rurali dello Zimbabwe» – Redattore Sociale, 20 aprile 2009. – link diretto (solo per utenti registrati all'agenzia)
- Irin-humanitarian news and analysis «ZIMBABWE: Rural areas exposed by lack of cholera knowledge» – Irin News, 21 aprile 2009.
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