L'archivio segreto di Via Nazionale
martedì 2 ottobre 2007
L'archivio segreto di Via Nazionale consiste in centinaia di dossier preparati dal funzionario del Sismi Pio Pompa (il coordinatore) e relativi a giornalisti, magistrati e numerose personalità della politica e non solo, tra le quali Romano Prodi, Vincenzo Visco ed altre importanti figure del centrosinistra. Gli obiettivi del dossieraggio erano in larga parte persone ritenute "nemici" del centrodestra".
L'archivio conterrebbe inoltre materiale per operazioni contro potenziali avversari politici del centro-destra, piani di "occupazione" della pubblica amministrazione e degli organi di sicurezza legati al governo, promemoria sui sequestri degli ostaggi italiani in Iraq, materiale relativo a crisi internazionali in Africa e nell'est Europa. L'archivio sarebbe stato realizzato utilizzando informazioni riservate ottenute da persone introdotte in procure, nelle Forze Armate, nella pubblica amministrazione e negli organi di stampa. Secondo gli inquirenti, l'archivio serviva per effettuare una vera e propria campagna di disinformazione ai danni delle personalità pubbliche oggetto di spionaggio.
L'attività illecita ha avuto inizio nell'estate 2001 ed è proseguita fino al 2006. Alcuni dei protagonisti di questo scandalo sono inoltre coinvolti anche nel caso Abu Omar e nello scandalo Telecom-Sismi.
Dai primi risultati delle indagini, appare che dall'insediamento di Pollari al vertice del Sismi (avvenuto con nomina da parte dell'appena insediato governo di centrodestra guidato da Berlusconi), sia stata inoltre avviata una attività di sistematica sostituzione ("bonifica") degli uomini ritenuti non fidati nella struttura di Palazzo Chigi e di "epurazione" della pubblica amministrazione, con l'inserimento di persone direttamente rispondenti ai nuovi vertici del servizio ed ad esse assolutamente leali.
Pompa ha inoltre ammesso durante gli interrogatori che il direttore Pollari era informato in ogni momento del procedere dell'attività di spionaggio condotta sui magistrati ritenuti "ostili" a Silvio Berlusconi.
La scoperta dell'archivio
La scoperta dell'archivio risale all'estate del 2006, nel periodo in cui la Procura di Milano indagava sul caso Abu Omar. In tale circostanza, è stato rinvenuto l'archivio segreto in Via Nazionale, contenente i dossier e le documentazioni ora al vaglio dei magistrati. Nei primi di luglio del 2006 la Procura di Milano ha disposto l'esame tecnico dell'archivio. L'anno successivo (2007) ha passato la documentazione alla Procura di Roma.
Le indagini
Dal giugno 2007 Pio Pompa e l'ex direttore del Sismi Nicolò Pollari sono indagati dalla procura di Roma con l'accusa di peculato e possesso abusivo di informazioni riservate. All'attività di Pompa avrebbe collaborato attivamente anche Renato Farina, giornalista del quotidiano Libero. Pompa è accusato di trattamento illecito di dati personali sensibili, procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato e possesso ingiustificato di documenti e cose atte a fornire notizie concernenti la sicurezza dello Stato.
Il 26 giugno 2007 Pio Pompa è stato sottoposto a perquisizione. Nella sua auto è stata trovata copia informatica dell'enorme mole di dati, articoli e dossier che costituiscono l'archivio.
Nell'interrogatorio del 3 luglio 2007 Pio Pompa, ha dichiarato di aver ottenuto le proprie informazioni da fonti pubbliche.
Il 4 luglio 2007 il Consiglio Superiore della Magistratura è intervenuto accusando il SISMI dell'attività di spionaggio, portando avanti "un'attività estranea ai compiti dei servizi fatta per intimidire e far perdere credibilità" ai magistrati. Il CSM ha accusato il Sismi non solo della raccolta di materiale informativo sui magistrati, ma anche di averne seguito gli spostamenti e di averne spiato la posta elettronica, allo scopo di intralciare le indagini dei magistrati stessi, sorvegliarli, intimidirli e screditarli, utilizzando anche mezzi di informazione compiacenti. Secondo il CSM, i membri delle Procure di Milano, Torino, Roma e Palermo sono stati oggetto di spionaggio e schedatura. Sarebbero inoltre stati spiati vari consiglieri dell'Associazione Nazionale Magistrati, oltre a 47 giudici italiani e 156 giudici di diversi Paesi Europei.
Nei giorni successivi Silvio Berlusconi dichiara: "Non sapevo nulla, ma i dossier sequestrati (al Sismi) non hanno niente di illecito”. Viene inoltre avanzata la proposta da parte del Ministro della Giustizia Clemente Mastella della creazione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul caso. Pollari successivamente dichiara di voler raccontare la propria versione dei fatti, cosa a suo dire impossibile per via del segreto di stato. L'11 luglio 2007 il governo tuttavia ribadisce che sulla vicenda non è stato mai apposto alcun segreto di stato.
Il 17 luglio, Nicolò Pollari, interrogato dal Copaco, fornisce ben pochi elementi conoscitivi sulla questione, asserendo inoltre che l'ufficio era attivo solo dal 2004.
Con la riforma dei servizi di informazione varata ai primi di agosto 2007, sono state fissate pene severe (con il carcere da 3 a 10 anni), per chi compie attività di "dossieraggio". Sono stati inoltre messi al bando gli archivi riservati.
Fonti
- «Sismi, archivio segreto a Roma - Indagati Pollari e Pompa» – la Repubblica, 26 giugno 2007.
- «Toghe spiate, Csm contro il Sismi "Fu il servizio e non i settori deviati"» – la Repubblica, 4 luglio 2007.
- «"Bonificare Palazzo Chigi mettendo persone sicure nei posti chiave"» – la Repubblica, 5 luglio 2007.
- «C'è Visco nei dossier di Pompa "carte strane" anche su Prodi» – la Repubblica, 6 luglio 2007.
- «L'archivio segreto del Sismi Centinaia di fascicoli: nel mirino anche De Gennaro» – Corriere della Sera, 27 luglio 2007.
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