Regno Unito: soldato ucciso e decapitato in strada: differenze tra le versioni

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Nel pomeriggio del 22 maggio 2013, Lee Rigby, soldato dell'[[British Army|esercito britannico]] e tamburino del reggimento reale dei fucilieri, fu ucciso da due attantatori vicino al Royal Artillery Barracks nel quartiere di [[Woolwich]], a sud-est di [[Londra]].
Nel pomeriggio del 22 maggio 2013, Lee Rigby, soldato dell'[[w:British Army|esercito britannico]] e tamburino del reggimento reale dei fucilieri, è stato ucciso da due attantatori vicino al [[w:Royal Artillery Barracks|Royal Artillery Barracks]] nel quartiere di [[w:Woolwich|Woolwich]], sud-est di [[w:Londra|Londra]].


Rigby era fuori servizio e stava camminando lungo Wellington Street al momento dell'attacco. Due uomini lo investirono con un'automobile, utilizzando poi coltelli e un [[mannarino]] per ucciderlo e decapitarlo. Gli assassini poi trascinarono il corpo di Rigby in mezzo alla strada. I due aggressori, che sono rimasti sul posto fino all'arrivo della polizia, si rivolsero ai passanti dicendo loro che avevano ucciso un soldato per vendicare l'uccisione dei musulmani da parte dei militari britannici. La polizia armata arrivò sul posto 14 minuti dopo le prime chiamate di emergenza e sparò ad entrambi gli assalitori, poi arrestati e portati in ospedali diversi. Entrambi gli uomini erano britannici di origine nigeriana, cresciuti in comunità cristiani e successivamenti convertiti all'Islam.
Rigby era fuori servizio e stava camminando lungo Wellington Street al momento dell'attacco. Due uomini lo hanno investito con un'automobile, utilizzando poi coltelli e un mannarino per ucciderlo e decapitarlo. Gli assassini hanno poi trascinato il corpo di Rigby in mezzo alla strada. I due aggressori, che sono rimasti sul posto fino all'arrivo della polizia, si sono rivolti ai passanti dicendo loro che avevano ucciso un soldato per vendicare l'uccisione dei musulmani da parte dei militari britannici. La polizia armata è arrivata sul posto 14 minuti dopo le prime chiamate di emergenza; gli agenti hanno sparato ad entrambi gli assalitori, poi arrestati e portati in due diversi ospedali. Entrambi gli uomini erano britannici di origine nigeriana, cresciuti in comunità cristiane e successivamenti convertiti all'Islam.


L'attacco è stato condannato dai leader politici e musulmani nel Regno Unito e sulla stampa in tutto il mondo.
L'attacco è stato condannato dai leader politici e musulmani nel [[Regno Unito]] e sulla stampa in tutto il mondo.

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== Fonti ==

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[[Categoria:Europa]]
[[Categoria:Regno Unito]]
[[Categoria:Londra]]
[[Categoria:Giustizia e criminalità]]
[[Categoria:Criminalità]]
[[Categoria:Terrorismo]]

[[en:British solider hacked to death in alleged terrorist attack]]
[[fr:Londres : crainte d'une attaque terroriste]]
[[sr:Потврђено да је у бруталном нападу у Лондону убијен војник]]

Versione delle 22:12, 26 mag 2013

26 maggio 2013 Nel pomeriggio del 22 maggio 2013, Lee Rigby, soldato dell'esercito britannico e tamburino del reggimento reale dei fucilieri, è stato ucciso da due attantatori vicino al Royal Artillery Barracks nel quartiere di Woolwich, sud-est di Londra.

Rigby era fuori servizio e stava camminando lungo Wellington Street al momento dell'attacco. Due uomini lo hanno investito con un'automobile, utilizzando poi coltelli e un mannarino per ucciderlo e decapitarlo. Gli assassini hanno poi trascinato il corpo di Rigby in mezzo alla strada. I due aggressori, che sono rimasti sul posto fino all'arrivo della polizia, si sono rivolti ai passanti dicendo loro che avevano ucciso un soldato per vendicare l'uccisione dei musulmani da parte dei militari britannici. La polizia armata è arrivata sul posto 14 minuti dopo le prime chiamate di emergenza; gli agenti hanno sparato ad entrambi gli assalitori, poi arrestati e portati in due diversi ospedali. Entrambi gli uomini erano britannici di origine nigeriana, cresciuti in comunità cristiane e successivamenti convertiti all'Islam.

L'attacco è stato condannato dai leader politici e musulmani nel Regno Unito e sulla stampa in tutto il mondo.

Fonti