Sciopero degli autotrasportatori, è emergenza benzina

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martedì 11 dicembre 2007

Il blocco dei TIR, dovuto allo sciopero degli autotrasportatori iniziato ieri e che continuerà, causa il fallimento delle trattative con il ministro dei trasporti Alessandro Bianchi, fino a venerdì, sta provocando enormi disagi in tutto il paese.

L'emergenza più grave al momento è sul fronte della benzina: oltre il 60% dei distributori sull'intero territorio nazionale sono rimasti a secco, senza rifornimenti, e i pochi ancora funzionanti sono assediati da lunghissime code di automobilisti, in attesa di poter fare rifornimento per poter continuare ad usare l'automobile almeno fino a venerdì, giorno previsto per la fine dell'agitazione della categoria degli autotrasportatori.

Da nord a sud, inoltre, molti mercati generali sono carichi di merce invenduta, per l'impossibilità di essere trasportata, e i negozi al dettaglio, insieme agli ipermercati, cominciano a non poter più soddisfare la richiesta di frutta, verdura e latte fresco. La situazione, come pure per la benzina, dovrebbe raggiungere l'apice della criticità intorno a stasera, quando tutte le riserve saranno esaurite.

Sulle principali autostrade del paese si sono formate, per il secondo giorno consecutivo, code chilometriche che costringono i numerosi automobilisti a rimanere "intrappolati" in lunghissimi ingorghi, ma anche a dover trovare strade alternative, che non sempre risolvono i problemi.

Intanto, la polizia stradale ha riferito di numerose segnalazioni di autotrasportatori che, non avendo aderito allo sciopero, sarebbero stati vittime di atti di vandalismo da parte dei loro colleghi scioperanti.

Dalla politica e dalle associazioni di commercio giungono asprissime critiche alla contestazione; Romano Prodi, presidente del consiglio, ha espresso riprovazione sulle modalità dell'agitazione, Paolo Ferrero (ministro della Solidarietà sociale) ha condannato il liberismo selvaggio, mentre Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Confindustria, ha detto: «È inconcepibile che in momenti come questo si possa bloccare un Paese, un'economia e quindi auspico che si trovi una soluzione. Dobbiamo ripristinare diritti e doveri e la capacità dello Stato di decidere».

Ed è polemica anche sul danno economico e sociale che l'agitazione ha provocato e provocherà nei giorni a venire: la Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica lamenta un danno economico di 300 milioni di euro al giorno, mentre la Fieg (Federazione Italiana degli editori) ha detto che non potrà riuscire a consegnare dappertutto i quotidiani, andando così contro i principi costituzionali che tutelano il diritto all'informazione.

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