Associazione "Racines": il governo del Marocco mette a tacere attivisti politici
Marocco, 23 aprile 2019
Un tribunale marocchino ha condannato in appello martedì 16 aprile l'associazione culturale Racines ("Radici"), dissolvendola. Il reato contestato è quello di aver « espresso delle opinioni politiche, allontanandosi dagli obiettivi costitutivi dell'associazione ». Oggi, il presidente dell'associazione Aadel Essaadani denuncia il clima che mina le libertà del cittadino e mette a tacere gli opponenti politici in Marocco.
Tutto nasce con una trasmissione di cronaca politica pubblicata su YouTube, dove due "idioti" (questo è il nome della trasmissione: "1 cena, 2 idioti") commentano attorno ad una tavola imbandita notizie ed eventi. Nel dicembre 2018, l'associazione viene condannata dal tribunale di Casablanca ovest per aver « organizzato interviste insultanti chiaramente le istituzioni » e la « religione mussulmana », secondo la sentenza.
La faccenda si diffonde e viene vista come un attacco alle libertà individuali ed una stretta del Ministero dell'Interno su molteplici aspetti della vita del paese. L'attenzione internazionale arriva con il supporto di Amnesty International e Human Rights Watch, accompagnato da una petizione contro la chiusura di Racines firmata da nomi del calibro di Leïla Slimani, Noam Chomski, Ken Loach, Mathieu Kassovitz…
Aadel Essaadani sottolinea quanto sia fragile la stabilità che il Governo vuole difendere mettendo a tacere le voci fuori dal coro. In tempi di islamismo radicale, il Marocco corre forti rischi che la situazione interna diventi incontrollabile. Di contro, le azioni promosse da associazioni come Racines: educazione e promozione della libertà d'espressione, fomentano la creazione di una società ricca di valori, con forti radici nella cultura e nel suo capitale umano.
Fonti
[modifica]- [FR] – Aadel Essaadani «Au Maroc « s’installe un cercle vicieux liberticide »» – Le Monde, 22 aprile 2019.
- [FR] – «Maroc : la dissolution controversée d’une association culturelle confirmée en appel» – Le Monde / AFP, 16 aprile 2019.