Confindustria: «L'economia italiana in stagnazione, il PIL a +0,1% nel 2008»

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giovedì 26 giugno 2008

Dalla Confindustria arrivano segnali scoraggianti sull'economia dell'Italia, specialmente in merito alla crescita del Prodotto Interno Lordo.

Secondo il Centro Studi, che ha stilato il consueto resoconto sullo stato delle finanze pubbliche, la crescita del PIL per il 2008 sarà di poco superiore allo zero (+0,1%), mentre per il 2009 aumenterà dello 0,6%, in «rallentamento dall'1,5% del 2007».

Dati confortanti, invece, per quanto riguarda l'inflazione. Gli obiettivi che il Governo, con il ministro Giulio Tremonti, ha prefissato del Documento di programmazione economica finanziaria (DPEF), ovvero la riduzione all'1,7% per l'anno in corso e l'assestamento all'1,5% fino al 2011, sono giudicati «credibili e coerenti con la necessità di non perdere ulteriore competitività».

Nel Rapporto sugli scenari economici, si evidenzia che «l'erosione del potere d'acquisto delle famiglie può essere recuperata solo con maggiore efficienza e concorrenza, liberalizzando i mercati e migliorando la logistica».

Comunque, gli interventi fiscali dovrebbero portare, a partire da luglio, una generale riduzione del costo delle merci, con un'inflazione prevista al 3% per dicembre e al 2,5% per tutto il 2009.

Nel rapporto si parla anche dei consumi, delle retribuzioni e del tasso di disoccupazione; l'aumento del costo della vita, infatti, ha rallentato la spesa dei cittadini dall'1,4% dell'anno scorso allo 0,2% del 2008. Per quanto riguarda gli stipendi, l'aumento del 3,5% non avrebbe sortito alcun effetto sulle tasche dei cittadini, in quanto, seppure ci sia stato un aumento, questo è stato vanificato dal costante aumento del costo di beni e servizi. La disoccupazione, che negli ultimi 10 anni ha visto una costante diminuzione, sarà in leggero aumento in futuro: +0,1% nel 2008 e dello +0,4% nel 2009, attestandosi quindi al 6,5% rispetto al dato precedente del 6,1%.

Da Viale dell'Astronomia giunge approvazione per le manovre di consolidamento dei dissestati conti pubblici: «Lo sforzo da compiere per il riequilibrio dei conti pubblici appare impegnativo ma il risanamento è a portata di mano» spiega il Csc, che aggiunge: «È positivo che il nuovo ministro dell'Economia abbia fatto propri sia gli obiettivi delineati dal Dpef 2008-2011, che prevede il pareggio di bilancio nel 2011, sia le linee di intervento predisposte dal suo predecessore, come dimostra la volontà di dare seguito alla riduzione della spesa corrente primaria di oltre due punti di Pil».

L'altra nota positiva, infine, è che il Governo Berlusconi IV sta attuando «quella continuità di azione bipartisan che altre volte è mancata nella politica di bilancio e che è indispensabile per azzerare il deficit e piegare il peso del debito».

Una situazione certamente difficile, che proprio nello stesso giorno ha vissuto l'ennesimo shock petrolifero: il barile è salito a 140 dollari. Il giorno dopo ha sfiorato i 142 e le borse hanno incassato un bruttissimo colpo, perdendo ovunque con la sola eccezione dei titoli di enti petroliferi.

La predizione sull'aumento a 150 dollari «entro il giorno dell'Indipendenza (4 luglio)» fatta da vari analisti le settimane scorse ha concreti rischi di avverarsi e la Federpetroli già parla di «barriera psicologica» a 170 dollari per barile. Questo nonostante che l'Arabia Saudita si sia impegnata appena qualche giorno fa ad aumentare la produzione di 200.000 barili al giorno.

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