Dalai Lama: Tibet condannato a morte
domenica 2 novembre 2008 "Questa antica nazione e la sua eredità culturale stanno morendo" ha denunciato il leader spirituale tibetano da Tokyo. Il Dalai Lama, Premio Nobel per la pace, oggi ha affermato che "i tibetani sono condannati a morte. Questa antica nazione e la sua eredità culturale stanno morendo... Oggi la situazione assomiglia a una occupazione militare di tutto il territorio. È come se fossimo sotto la legge marziale. La paura, il terrore e le campagne di rieducazione politica causano molte sofferenze".
Alcuni giorni fa il Dalai Lama ha detto di essere stanco dei negoziati con Pechino, per il loro continuo silenzio agli appelli e ai tentativi di dialogo.
Sua Santità il XIV Dalai Lama ha indetto una sessione speciale del parlamento tibetano in esilio per il 17 novembre a Dharamsala, per discutere la futura strategia da adottare insieme a tutte le correnti della comunità tibetana. Il leader spirituale del Tibet, svolgerà un ruolo da "semi-pensionato", come lui stesso afferma.
Questa sessione straordinaria deve essere messa in relazione con le critiche delle frange degli esiliati che contestano il suo approccio moderato.
Fonti
[modifica]- «Dalai Lama, Tibet condannato a morte da Pechino» – ANSA, 2 novembre 2008.
- «Tibet: il Dalai Lama, la cina ci condanna a morte» – la Repubblica, 2 novembre 2008.
- «"La Cina ci ha condannati a morte"» – la Stampa, 2 novembre 2008.
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