Dopo le polemiche Vardy manda un messaggio di supporto alla comunità LGBT

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L'attaccante del Leicester Jamie Vardy (repertorio 2019)

11 dicembre 2020

L'attaccante del Leicester Jamie Vardy ha mandato un chiaro messaggio di supporto alla comunità LGBT, dopo l'esplosione d'odio omofobo sui social network, a seguito dell'esultanza per la rete decisiva segnata contro lo Sheffield United, in cui aveva fatto esplodere la bandierina arcobaleno del calcio d'angolo.

Durante l'undicesima giornata della Premier League ha preso avvio l'annuale campagna Rainbow Laces, promossa dall'associazione britannica Stonewall, per contrastare l'omofobia nello sport. Negli anni, su impulso di Stonewall, diversi atleti di ogni sport, anche non professionistici, hanno indossato lacci delle scarpe arcobaleno durante le competizioni per mostrare il loro supporto al contrasto delle discriminazioni. Stonewall ha distribuito migliaia di lacci arcobaleno gli sportivi, anche non professionistici, che gliene hanno fatto richiesta. L'iniziativa ha avuto successo anche all'estero.

L'evento è stato supportato da diversi sponsor e, col passare del tempo, ha ottenuto il patrocinio di varie federazioni sportive europee. Quest'anno per l'occasione la Federazione calcistica inglese (FA) aveva appoggiato l'iniziativa, tra l'altro sostituendo le classiche bandierine del calcio d'angolo con la quelle arcobaleno, simbolo della comunità LGBT.

In un Bramall Lane deserto a causa del COVID-19, l'8 ottobre 2020, si affrontano Sheffield United e Leicester. Grazie a una rete di Ayoze Pérez al 24' del primo tempo il Leicester passa in vantaggio. Due minuti dopo pareggia Oliver McBurnie. La partita sembra destinata a concludersi in pareggio, quando con un guizzo al 90° Jamie Vardy prende palla a centro campo e segna il gol decisivo, il decimo in quindici partite di campionato. In completa trance agonistica, il capocannoniere in carica corre come un forsennato verso il corner e, con una poderosa scivolata, fa letteralmente esplodere l'asta della bandierina d'angolo, vestita rainbow per l'occasione. La bravata gli costa il cartellino giallo, nonostante la premura di rimpiazzare la bandierina spezzata con una nuova di zecca.

Non è la prima volta che durante un'esultanza l'incolpevole bandierina d'angolo viene distrutta da un calciatore. L'aveva fatto anche Antonio Cassano dopo la rete del 4-0 all'Olimpico contro la Juventus e per ciò venne fortemente criticato. Anche in questo caso, l'episodio si sarebbe potuto concludere con analoghe considerazioni, tanto più che lo scorso anno lo stesso Vardy ne aveva presa a pugni un'altra. Invece, il gesto di distruzione della bandierina d'angolo, scatena l'immediata reazione della rete: a qualcuno viene il sospetto che dietro l'esultanza di Jamie Vardy ci sia la volontà di manifestare un dissenso politico nei confronti del riconoscimento dei diritti delle persone LGBT o contro l'annuale campagna contro l'omofobia. Niente di più sbagliato, ma l'odio on line ormai prende inarrestabilmente vita. A farne le spese anche il Foxes Pride, gruppo organizzato di tifosi LGBT del Leicester, che rimane vittima di vari commenti e insulti di stampo omofobo sui social network. Per gli omofobi Vardy diviene un paladino della lotta contro la dittatura arcobaleno.

Il calciatore, all'indomani dell'incidente, si sarebbe potuto mettere sulla difensiva e insistere che le sue azioni fossero state interpretate male. Invece ha preferito esprime il suo supporto alla causa, regalando alla Foxes Pride la bandierina d'angolo spezzata, con scritto un indelebile messaggio di sostegno: "keep up the good work!" ("continuate così!).

Fonti[modifica]