Familiari e amici ricordano le vittime italiane di Kabul
giovedì 18 settembre 2009
Divulgati i nomi dei militari italiani deceduti a causa dell'attentato di Kabul di ieri 17 settembre 2009.
Le Vittime Italiane
[modifica]- Caporale maggiore scelto Massimiliano RANDINO, nato a Pagani (SA) classe 1977, dal 31 gennaio scorso effettivo al 183º Battaglione Nembo di Pistoia.
- Sergente Maggiore Roberto VALENTE, nato a Napoli, classe 1972, in forza al 187º Reggimento. Fonte: Stato Maggiore Esercito - Brigata Folgore.
- Primo Caporal Maggiore Davide RICCHIUTO, nato a Glarona (Svizzera), classe 1983, in forza al 186º Reggimento. Fonte: Stato Maggiore Esercito - Brigata Folgore.
- Primo Caporal Maggiore Giandomenico PISTONAMI, nato a Orvieto (TR), classe 1983, in forza al 186º reggimento. Fonte: Stato Maggiore Esercito - Brigata Folgore.
- Primo Caporal maggiore Matteo MUREDDU, nato a Oristano, classe 1983, in forza al 186º Reggimento. Fonte: Stato Maggiore Esercito - Brigata Folgore
- Tenente Antonio FORTUNATO, nato a Lagonegro (PZ), classe 1974, in forza al 186º Reggimento. Fonte: Stato Maggiore Esercito - Brigata Folgore
Il Ricordo
[modifica]Matteo Mureddu
[modifica]Solarussa (Oristano) - Matteo Mureddu si sarebbe dovuto sposare l'estate appena trascorsa nel mese di giugno. Lo rende noto l'ex parroco di Solarussa, Don Franco Murru. Intervistato dice ai microfoni: "Con la fidanzata avevano deciso di sposarsi a giugno ma poi avevano rinviato per la decisione di partire per l'Afghanistan". La notizia ai familiari, il padre Augusto, la madre Greca e la sorella Cinzia (l'altro fratello Stefano anche lui militare della Folgore è stata data dal Comandante militare della Sardegna, accompagnato dal sindaco del paese, Angela Sechi. Il Sindaco e la Giunta dopo essersi riuniti a lungo decidono di proclamare il lutto cittadino. Intanto nel pomeriggio arrivava anche l'Arcivescovo di Oristano, Mons. Ignazio Sanna e subito commentava così la tragedia: "I genitori sono distrutti, avevano sentito il figlio sabato scorso per telefono. La madre voleva che tornasse ma lui era entusiasta del suo lavoro".
Massimiliano Randino
[modifica]Nocera Superiore (Salerno) - La madre di Massimiliano, Anna D'Amato, si rivolge al Colonnello Carmine Piscitelli, giunto per comunicare della tragedia, dicendo: "Mio figlio è un eroe. È morto facendo il proprio dovere". Il militare riferendo ai giornalisti dirà poi: "Non c'é rabbia nei genitori, ma solo tanto dolore". A Nocera Superiore si terrà una cerimonia religiosa, probabilmente martedì prossimo dopo i funerali di Stato. Lo annuncia il sindaco Gaetano Montalbano. Intanto le bandiere esposte a mezz'asta in segno di lutto. La squadra di Nocera Superiore sarà in campo (sabato 19 settembre 2009) con il lutto al braccio, dopo che il padre della vittima ha chiesto al Sindaco di non sospendere il Campionato d'Eccellenza.
Antonio Fortunato
[modifica]Tramutola (Potenza) - "Antonio era un uomo grande, maestoso, che amava profondamente il suo lavoro": così, tra le lacrime, la cugina Antonietta ricorda l'ufficiale morto nell'attentato di Kabul, e poi prosegue: "Antonio non veniva spesso in paese. Quando lo faceva si fermava a casa dei suoi genitori. Per me lui era come un fratello. Amava il suo lavoro, per lui ogni missione era un'avventura dalla quale portare a noi della famiglia qualcosa di nuovo. Per noi oggi é una grandissima sofferenza". Intanto la famiglia si sta radunando nella casa di campagna dei genitori della vittima. Invece la moglie ha appreso in caserma della morte del marito. È fa sapere ai giornalisti il colonnello Benito Milani, del 186/o Reggimento della Folgore di stanza a Siena, dicendo: "Stamattina noi purtroppo abbiamo dovuto dare la notizia alla moglie che si era precipitata in caserma quando ha appreso la notizia dell'attentato, non sapendo che era coinvolto. Abbiamo dato il massimo supporto alla moglie, affiancandole anche una psicologa, so che poi successivamente è stato informato anche il bambino". Il colonnello Milani ha poi aggiunto: "di aver condiviso occasioni di vita in caserma e fuori con il tenente Fortunato e con gli altri caduti, tra cui, due anni fa, anche una missione in Libano".
Roberto Valente
[modifica]Napoli - "Mio marito era un paracadutista, io sono orgogliosa di lui": Stefania Giannattasio, moglie del militare italiano rimasto ucciso in un attentato in Afghanistan, ha reagito così apprendendo la notizia della morte del marito. Il militare lascia anche un bambino di due anni, Simone. La donna non era in casa quando la delegazione dell'Esercito italiano ha raggiunto l'abitazione dove vivono i parenti del militare caduto. Il colonnello Luigi Masiello, assieme al generale Carlo Fortino, capo di Stato maggiore del secondo comando Fod (Forze operative di difesa) hanno raggiunto prima la madre di Valente, una donna anziana, vedova, che vive con la sorella e due figli - il fratello è la sorella di Roberto. E solo successivamente ha potuto parlare con la moglie del militare, rientrata dal posto di lavoro proprio in seguito alla comunicazione della notizia.
Giandomenico Pistonami
[modifica]Lubriano (Viterbo), - "Giandomenico era scampato miracolosamente ad un altro attentato, sempre a Kabul, lo scorso agosto. Si era salvato nascondendosi per un giorno intero sotto un camion". Lo ha detto Annamaria, amica del militare e della fidanzata. "Erano quattro anni che Giandomenico partecipava alla missione di pace in Afghanistan voleva mettere da parte i soldi per sposarsi. Amava il suo lavoro era consapevole dei rischi che correva ma era convinto che le missioni internazionali avrebbe riportato la pace in Afghanistan. Invece ci ha lasciato la pelle". Il caporalmaggiore abitava con i genitori alla periferia di Lubriano. Avrebbe dovuto far ritorno in Italia tra 40 giorni. Lo ha rivelato un amico di famiglia, in attesa di entrare nella casa dei genitori, stracolma di gente. "Conoscevo bene Giandomenico, anche se da alcuni anni si era arruolato nell'Esercito e veniva saltuariamente a Lubriano io l'ho incontrato l'ultima volta circa un mese fa. Sono qui per fare le condoglianze ai genitori, ma temo di non trovare le parole per esprimere il mio cordoglio".
Davide Ricchiuto
[modifica]Triggiano (Lecce) - Aveva 26 anni ed era il secondo di tre figli. Il padre Angelo, che da giovane era emigrato in Svizzera, è rientrato da tempo nel paese d'origine con tutta la famiglia e attualmente lavora in una ditta di costruzioni. La madre è casalinga. Il giovane, che aveva la funzione di autista di mezzi militari, non era alla prima missione in Afghanistan. Appena possibile tornava sempre in paese a casa dei suoi.
Fonti
[modifica]- «Familiari e amici ricordano le vittime» – ANSA, 17 settembre 2009.
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