Folgaria: spara al figliastro e poi si suicida

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sabato 17 novembre 2018

Folgaria (Trento)

Ennesimo fatto di sangue che allunga la lista dei delitti all'interno del nucleo familiare: stavolta è successo a Folgaria. I continui dissidi intercorsi fra il patrigno, Massimo Toller, e il figliastro, Alessandro Pighetti, si sono conclusi con un tragico epilogo venerdì sera. Massimo viveva con la moglie Renata, originaria di Chiari (Brescia), e il figlio di lei, Alessandro di 31 anni, in una palazzina di via Maffei.

Quando è cominciata la discussione, in casa c'erano soltanto Alessandro e Massimo: il patrigno avrebbe impugnato una pistola, ma dapprima Alessandro lo ha disarmato, riuscendo ad avvisare Renata, fuori in quel momento, che il marito era armato, quindi pericoloso. Tutti e due sono tornati in casa con l'intenzione di calmare l'uomo, pensando che ormai fosse disarmato; ma neanche sono entrati, che Massimo aveva imbracciato un fucile, con il quale ha sparato ad Alessandro, uccidendolo.

La signora Renata, terrorizzata, è scappata in un negozio vicino, da dove ha lanciato l’allarme. Il patrigno, dopo avere compiuto il delitto, ha trascinato il corpo di Alessandro all'interno dell'appartamento e si è barricato dentro; dopodiché, si è suicidato sparandosi un colpo.

Toller non aveva un porto d’armi e forse neanche la moglie sapeva dell'esistenza delle armi da fuoco. La donna, in preda ad uno choc, è stata portata in ospedale a Trento. Subito dopo la tragedia, sul posto sono arrivati i vigili del fuoco, i carabinieri di Rovereto, gli artificieri e i reparti speciali del Nucleo Investigativo di Trento.

Tutti conoscevano la famiglia in paese: Massimo Toller, 61 anni, che aveva lavorato come camionista, aveva problemi con l’alcolismo che lo portava a continue liti con il figliastro, ma anche con altre persone. Alessandro, geometra, lavorava presso una ditta di automobili a Rovereto; era uno sportivo e frequentava una palestra locale. La madre, la cinquantenne Renata Pighetti, aveva lavorato nel settore alberghiero.

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Fonti[modifica]